Intrecci politici/mafiosi: Sonia Alfano al Meetup di CESENA S'INGRILLA fa nomi e cognomi.
Scritto da Enzo   
sabato 28 marzo 2009

 

www.robedamatti.net                            Cesena, 28 marzo 2009.

Gli organizzatori del gruppo “Cesena s’ingrilla” possono essere fieri.

                                                                                                                                                                                                                              

http://www.youtube.com/watch?v=ws0xWvVO (VIDEO)

 

(la cattiva disposizione degli altoparlanti presenti nel locale

non mi ha consentito di presentare un'audio migliore).

 

 

                                               

 

SONIA ALFANO AL MEETUP PER PARLARE DELLA MAFIA CHE UCCIDE.

 

Sample Image

 

Iscritti e simpatizzanti del gruppo CESENA S’INGRILLA, hanno affollato la sala del Palazzo del Ridotto nella serata del 27 marzo 2009 a Cesena, per ascoltare il discorso dell’ospite d’eccezione Sonia Alfano, che con meticolosa dovizia di particolari, ha parlato degli intrecci tra mafia e politica, che l’hanno vista direttamente interessata proprio, quando la mafia di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina) gli ha ucciso il padre, giornalista d’inchiesta. Come detto, Sonia Alfano, senza mezzi termini né “peli sulla lingua”, ha puntato il dito verso quei
magistrati e forze dell’ordine che sono iscritti al libro paga delle varie mafie e che all’occorrenza non possono certo stare dalla parte dello Stato, confermando che sono mafiosi anche loro. Punto e basta.
 
Al termine del lungo discorso, dove sono venuti fuori nomi di mafiosi del calibro dei Santapaola, hanno preso la parola alcuni personaggi locali, tra i quali il consigliere comunale dei Verdi
Davide Fabbri che, dopo aver parlato della scarsa attenzione dell’attuale Amministrazione Comunale nei confronti delle politiche di tutela ambientale, ha rilasciato la seguente dichiarazione: “La Procura della Repubblica di Forlì – in molte vicende relative a
poteri forti, cementificazione del territorio e inquinamenti ambientali – ha dimostrato di non essere un organo di garanzia. Una parte della Magistratura di Forlì non funziona come dovrebbe; la “mafia” esiste anche a Cesena e circondario, ma da queste parti si chiama “intreccio affaristico

fra imprenditoria e politica spregiudicata”. In chiusura, l’arch. Angelo Pagliacci, perito di Pubblici Ministeri di Forli, non si è discostato molto dalle dichiarazioni del consigliere Fabbri; ha confermato la notizia d'anomali trasferimenti d’ufficio di bravi magistrati della Procura della Repubblica di Forlì ad altri Tribunali, facendo balenare l’idea che tali trasferimenti siano da equiparare a punizioni vere e proprie.

 

                                                                                                         enzo cusmà