Egregio Ministro Sacconi.....
Scritto da Enzo   
sabato 17 maggio 2008

 

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www.robedamatti.net                      Cesena, 19 giugno 2008

 Per problemi avuti con l'archivio di posta elettronica, la presente potrebbe essere spedita una seconda volta. Se ciò dovesse accadere, chiedo scusa per il disturbo arrecato.

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MAIL APERTA INVIATA AL MINISTRO  M. SACCONI.                                                        

Oggetto: Incidenti sul lavoro e “zombie”.Seguito : e-mail aperta inviata al presidente della  Repubblica, al presidente del consiglio in carica e ora a quasi tutti i parlamentari.

 

PARTE PRIMA 

 

 

Egregio signor ministro,

 

 

premetto che non sono un cittadino in cerca di gloria o di avventura.

Ho tutti i capelli bianchi e sono un artigiano, figlio e nipote di padre

e nonno artigiani muratori che vuole dare, nel suo piccolo, il proprio

contributo per una giusta causa.

 

Poiché in circa 130 anni di continua attività, nelle nostre piccole

aziende, a parte il graffietto al braccio o alla gamba che si può

procurare qualsiasi persona che è in grado di deambulare, nelle nostre

piccole imprese edili non abbiamo mai avuto, ne causato incidenti

sul lavoro, mi sento autorizzato, e chiedo scusa per la modestia, a

sottoporre alla sua attenzione alcuni accorgimenti, frutto della lunga

esperienza teorico-pratica, che potrebbero essere un buon deterrente

per evitare molti infortuni sul posto di lavoro e che  non possono

assolutamente essere considerati poca cosa.

 

Per quanto detto, e perché sono ragionevolmente convinto che se si

vuole si può veramente fare molto per arginare l’impressionante

stillicidio delle morti bianche, la invito a prendere atto del risultato

emerso dopo questa ridotta, ma mirata disamina fatta dal sottoscritto

“cantiere a cantiere” in 30  piccole e medie aziende operanti nelle

tre province che hanno il disgraziato primato di incidenti mortali

sul lavoro: Ravenna,  Forlì/Cesena, e Rimini.

 

Intanto un fatto curioso, ma parzialmente positivo. I titolari di 29

aziende hanno dichiarato di aver denunciato parecchi infortuni,

ma tutti con prognosi inferiori a 20 giorni, uno invece, ha detto che

il crollo improvviso di un solaio gli ha causato 2 morti.

 

Tutti hanno detto di avere avuto almeno 2 controlli negli ultimi tre

anni e di aver sempre pagato delle sanzioni anche sproporzionate.

 

La quasi totalità dei datori di lavoro dice che molti degli attuali

ispettori sono privi di qualsiasi esperienza pratica. Quando fanno un

controllo in cantiere hanno paura di salire su una scaletta, non vanno

sulle armature e se devono passare su uno scavo peraltro già

adeguatamente coperto con materiale sicuro, o vi rinunciano o hanno

bisogno di essere sorretti. Non  dialogano costruttivamente e sono

bravi solo a proporre cose ridicole e assurde, a fare stupide multe, a

compilare interminabili verbali e a pretendere di insegnare  a chi ha

esperienza da vendere quello che loro stessi hanno bisogno di

imparare presto e bene. Se poi vi sono anche delle ispettrici, il

sopralluogo si trasforma in una vera e propria farsa teatrale.

 

Qualcuno, e tra questi anche il sottoscritto, sanno che anche tra gli

ispettori vi sono persone corrotte e senza scrupoli. Carogne che

informano le aziende, specie le più grandi, di imminenti controlli,

consentendo loro di far sparire in tempo tutto quello che potrebbe

essere utile per inchiodarle assieme alle loro responsabilità.

 

Per quanto detto e sentito, secondo il mio personale giudizio,

molti ispettori, forse la maggioranza, non hanno i requisiti

necessari per svolgere un compito così importante. Loro non

possono e non devono essere considerati la soluzione per risolvere

il patetico problema degli infortuni sul posto di lavoro. PER

SALVARE LA VITA DI UN LAVORATORE, OCCORRE UN

ALTRO LAVORATORE ATTENTO, SVEGLIO E CON LE MANI

INCALLITE DALL’USO, CAPACE DI TRASMETTERE LA

PROPRIA ESPERIENZA E SICUREZZA CON UN SEMPLICE

SGUARDO AMICO.

 

Agli ispettori invece, per renderli utili e dare un senso al loro lavoro,

si dovrebbe affidare il compito peraltro anch’esso importante, di

sconfiggere, in poco tempo e definitivamente, il LAVORO NERO

E LA CLANDESTINITA’. La procedura per eliminare questi due

cancri sociali, a differenza degli incidenti sul lavoro, è semplicissima,

salutare per diverse categorie di cittadini e di facile attuazione, basta

solo creare delle pattuglie composte da vigili urbani (non è vero che

sono sotto organico perché se così fosse, per fare una multa per

divieto di sosta, non opererebbero in gruppi di tre) e ispettori AUSL,

obbligandoli ad ispezionare i cantieri di lavoro con lo stesso ritmo e la

stessa pignoleria che i vigili urbani pongono in essere quando, a tutti

i costi, devono raggiungere e contestare il numero prestabilito di

“multe selvagge” giornaliere.

 

Ora però ritorno a parlare delle cause che possono procurare incidenti

sul posto di lavoro. Prima che i ministri del governo Prodi, Bersani e Visco

su tutti, cominciassero a devastare la finanza e l’economia italiana, consegnando

le piccole e medie imprese in pasto alle banche, quando un’azienda aveva

bisogno di personale doveva assumere quello che il caporalato offriva,

e cioè, extracomunitari inesperti, lenti e con problemi di apprendimento

per via della scarsa conoscenza della nostra lingua; persone con problemi

sociali e finanziari dovuti al caro vita, all’alcoolismo e alla dipendenza dei

giochi d’azzardo; scavezzacolli minacciati dalle cosche mafiose e costretti

a lasciare le proprie regioni d’origine per sfuggire a possibili vendette dei

clan; gente che cambia continuamente tipo di lavoro e persino ex detenuti

arroganti e prepotenti fino al punto di pretendere addirittura obbedienza.

 

Con questa deprimente realtà e con l’impossibilità di potere assumere il

personale dopo averlo selezionato e addestrato, pensare di poter fermare il

dilagare degli infortuni mortali, sembrerebbe vera e propria utopia, ma

cambiando poche regole e aggiungendo alcuni accorgimenti, secondo me si

potrebbero avere risultati veramente sorprendenti e incoraggianti.

Esaminiamone alcuni:

 

1. Cominciamo a ridare fiducia alle imprese mettendole in condizione di

    poter decidere chi assumere. Affianchiamo loro personale sanitario capace di

    stabilire se il lavoratore scelto è in grado di svolgere le mansioni affidategli e

    se soprattutto ha un corpo e una mente sani.

 

2.Una volta formati i gruppi misti di ispettori e vigili urbani,  che dovranno

    visitare i cantieri almeno una volta al giorno, festività comprese ,(i più furbi

    operano il sabato e la domenica proprio perché sanno che mancano i controlli)

    anche la figura dell’addetto alla sicurezza, divenuto tale con 60 miserabili ore

    di corso, diventa presenza inutile e costosa da eliminare senza problemi.

 

3. Il datore di lavoro, dopo avere avuto la relazione specialistica riguardante gli

    operai da assumere, procederà con propri accertamenti e cercherà di capire

    se quel futuro operaio oltre alla necessaria educazione  ha prontezza di

    riflessi e voglia di lavorare. Fatto questo, il datore di lavoro dopo solo due o tre

    settimane, è già perfettamente in grado di conoscere il suo operaio meglio di

    qualsiasi speculatore o paladino della categoria, e può finalmente affidargli

    il ruolo che meglio si addice alle sue possibilità e che gli consentirà di

    prevenire e mantenere lontane le cause che potrebbero generare pericolo di

    nuovi eventuali infortuni. Qualche altro operaio che si dovesse rivelare meno  

    sveglio, ma si comporta in maniera dignitosa e dimostra di non essere uno

    “zombie”, verrà assunto ugualmente e sarà affidato ai colleghi più esperti che

     in poco tempo gli faranno acquisire la sicurezza e l’esperienza necessarie

     per fare, anche di lui, un operaio modello in grado di sapere riconoscere il

     pericolo e lavorare serenamente in sicurezza.

 

4. E’ importante responsabilizzare il datore di lavoro dandogli la possibilità di

    potere sospendere, o nei casi più gravi licenziare senza problemi di sorta, i

    contestatori, i fannulloni, i seminatori di zizzania, i violenti e chiunque dovesse

    dare segni di evidente e cattiva deambulazione. IL LAVORO, DOPO LA

     FAMIGLIA, E’ E DEVE RESTARE LA COSA PIU’ IMPORTANTE CHE

     ACCOMPAGNA LA NOSTRA ESISTENZA. Ognuno di noi, il giorno che

     decide di formarsi una famiglia, deve anche sapere che per mantenerla

     onestamente, all’infuori del LAVORO  non esiste altra possibilità. Amare la

     propria famiglia quindi, deve volere dire amare e mantenersi il proprio posto

     di LAVORO.

 

5. E’cosa buona e giusta premiare, con consistenti agevolazioni contributive,

    tutte le imprese esenti da infortuni. Il continuo dissanguamento fiscale

    e l’insopportabile carico contributivo, hanno fatto piegare le gambe e messo

    in ginocchio le già derelitte imprese, costrigendole ad offrire il fianco alle

    banche usuraie che, a loro volta e impunemente come sempre, hanno

    completato l’opera, “aiutandole” ad indebitarsi fino ai capelli.

    Con  questa allarmante e catastrofica situazione e non avendo altra scelta, la

    maggior parte delle imprese per poter sopravvivere, hanno dovuto rispolverare

    e rendere operativo il vecchio metodo che consiglia <<A mali estremi, estremi

    rimedi>>:

    Per aggirare l’oneroso carico contributivo e tutti gli altri costi ad esso

    connessi, invece di fare delle normali assunzioni, hanno reclutato artigiani

    stranieri titolari della troppo facile iscrizione alla Camera di Commercio, ma

    privi di una accettabile qualifica e delle elementari nozioni pratiche, indispensabili

    per una efficace prevenzione degli infortuni da lavoro.

 

Altre malefatte importanti che al momento vanno molto di moda, ma facilmente

eliminabili con l’intervento programmato di ispettori AUSL e vigili urbani

riguardano le assunzioni e i licenziamenti di comodo.

- Il datore di lavoro compiacente TIZIO, assume il sig. CAIO/A (solitamente

  un marocchino o  una badante), lo tiene in regola fino a quando ha raggiunto

  le ore necessarie per collocarsi in disoccupazione e riscuoterne l’assegno e

  poi lo licenzia.

     

- Al sig. CAIO/A, rimane la facoltà di essere nuovamente assunto in nero o

  dallo stesso TIZIO o da qualche suo collega che in quel momento ha più bisogno

  di manodopera, ma solitamente, il sig. CAIO/A preferisce cambiare aria e

  sceglie di imboscarsi o in spiaggia a vendere teli da bagno e cianfrusaglie

  varie, o come spesso accade, in campagna a raccogliere frutta e ortaggi,

  dove riscuoterà una paga inferiore, ma dove ha anche il vantaggio e la sicurezza

  di continuare a lavorare in nero,  riscuotere l’assegno di disoccupazione e s’è un

  clandestino, rimanere tale vita natural durante.

            

Conclusione:

 

Come le ho già detto caro ministro, io non sono ne un vanitoso ne una persona che

vuole mettersi in mostra, gestisco da solo un sito (www.robedamatti.net) che mi da   

molte soddisfazioni, ma mi priva anche di molte ore di svago e di sonno utilissimi per

una persona non più giovanissima. A me però va bene così e non

chiedo altro.

 

Le invio volentieri il mio pensiero ed una disamina di un lavoro durato sei mesi. Lei ha

facoltà di farne l’uso che vuole, ma non di cestinarlo prima di averlo esaminato. Sono

fermamente convinto che lei signor ministro non lascerà nulla di intentato e farà quanto

nelle sue possibilità per trovare la giusta chiave di volta per porre un definitivo freno

a questo infame stillicidio.

 

I MORTI CHE LAVORAVANO ASPETTANO CHE I VIVI

CHE LAVORANO DICANO PERCHE’ SONO MORTI.

                                                                                                   

La saluto cordialmente.

 

                                                                                        e. cusmà

 

PARTE SECONDA 

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Per cocludere il dossier speditole poche ore fa, devo

inviarle la parte mancante. Dopo, consapevole della miriade di impegni che la

attendono, la lascerò al suo difficile lavoro.

 

Seguito "e-mail aperta" del 20 guigno 2008.

 

Mi sembra doveroso informarla che il video e le foto allegate, sono già presenti

su Google video, su Yuo Tube e naturalmente sul mio sito www.robedamatti.net

 

Breve disamina:

 

Sample Image

 

- nella foto qui sopra scattata non nel 2006, ma solo due mesi fa,

  vediamo un muratore dentro un secchione per calcestruzzo appeso ad una

  gru mentre eseguiva lavori nella facciata di uno stabile sito nel centro storico di

  Cesena, quindi sotto gli occhi di ispettori e vigili urbani. Per diversi giorni, quel

  muratore ha lavorato dentro il secchione mezzo pieno di macerie, che

  ondeggiava accompagnando i suoi movimenti, privo di imbragatura.

  Lo "spettacolo" è finito quando, come in tanti altri casi, il sottoscritto si è

  accorto, fotografato e convinto il muratore a lavorare in sicurezza.  

 

Sample Image

 

- nella foto qui sopra, scattata anchessa poco tempo fa, possiamo  

  vedere un solaio scambiato per deposito materiali e attrezzatura edile. La

  foto dice molto, ma non tutto, infatti, sotto quel solaio era stato allestito lo

  spogliatoio degli operai, ma c'è anche di più: il cantiere è stato improntato

  per ampliare un'ala dell'ospedale Maurizio Bufalini di Cesena e tutto questo,

  "robedamatti", è successo in casa degli ispettori ASL. Anche in questo caso  

  il sottoscritto, dopo avere fotografato tutto, ha effettuato una semplice

  telefonata al capocantiere della ditta appaltatrice, che senza tante storie ha

  immediatamente provveduto a sgomberare il solaio.

 

http://www.youtube.com/watch?v=Qf_NhIw_1FA

 

Il filmato evidenziato qui sopra, improntato il 17 maggio 2008, l'ho così commentato:

 

Due operai privi di qualsiasi protezione, ponteggio compreso, rischiano la vita su un cornicione a 14 metri d'altezza ed i vigili urbani, impegnati a controllare auto e moto in divieto di sosta proprio sotto quel cornicione, nonostante corrono il rischio di prendersi una tegola in testa, per sei giorni consecutivi non vedono nulla. www.robedamatti.net.

 

Queste realtà, signor ministro, rappresentano una milionesima parte delle

malefatte quotidiane che accadono nella nostra cara Italia e che purtroppo 

tingono di nero troppe famiglie italiane.

 

Distinti saluti.

 

                                                                                                              e. cusmà