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  • Chi deve controllare i vigili urbani? Stampa E-mail
    Scritto da Enzo   
    sabato 27 marzo 2010

     

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    www.robedamatti.net                          Cesena, aggiornamento continuo

    www.robedamatti.net, è un sito che non ha avuto, non ha e non avrà mai padroni, non deve riverire nessuno e pubblica informazioni precise, serie e disinteressate.   

    Inchiesta strisce blu: sospeso comandante dei vigili urbani.

                                                                                                           

     

    Il comandante della polizia municipale di Riposto, Giuseppe Ucciardello, è stato sospeso dalle funzioni nell’ambito di una inchiesta della Procura della Repubblica di Catania sull’affidamento del servizio di sosta a pagamento ‘Strisce blu’ alla cooperativa ‘Porto dell’Etna’. Le ipotesi di reato contestate a vario titolo sono abuso in atti d’ufficio in concorso e turbativa d’asta.

    Sei gli indagati, tra cui anche il sindaco di Riposto Carmelo Spitaleri e l’ex assessore comunale Michele D’Urso Michele. I reati contestati si sarebbero consumati tra la fine del 2008 ed il giugno 2011. L’ordinanza di misura cautelare del gip, e’ stata emessa al termine di indagini dirette dal Procuratore Giovanni Salvi e dal sostituto procuratore Assunta Musella.Ad eseguirla sono stati i militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Riposto, che hanno inoltre sequestrato le quote societarie della cooperativa.

    I provvedimenti sono scaturiti da un’altra indagine che la Guardia di finanza di Riposto aveva avviato nel 2009 e che si era conclusa con l’arresto del pluripregiudicato Mario Di Bella e dell’ex assessore comunale Giuseppe Tropea, entrambi condannati con sentenza definitiva dalla Corte di Cassazione per usura ai danni di un operatore commerciale che per sottrarsi agli usurai aveva tentato il suicidio.

    Gli investigatori accertarono che Di Bella era socio della cooperativa, che aveva come rappresentante legale Salvatore Tropea, figlio dell’assessore comunale, e che la cooperativa non aveva i requisiti legislativi per poter ottenere l’affidamento del servizio. Gli investigatori scoprirono che la cooperativa era di fatto gestita dal carcere di Caltanissetta da Di Bella, attraverso la moglie, che avrebbe riscosso i proventi delle soste all’interno delle strisce blu e delle multe.

    (Notizie ANSA del 28 gennaio 2013).

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    Con questo servizio desidero portare a conoscenza dei lettori alcune verità non dette perché chi detiene il potere dell’informazione a pagamento, come sempre, è al servizio dei soliti governanti italiani di turno e preferisce stare dalla parte degli oppressori "democratici", spalleggiati da altrettanti tiranni dislocati nelle Regioni, nelle Province e soprattutto nei Comuni, col preciso compito di requisire le città ai cittadini, deturparle e trasformarle abusivamente e prepotentemente in immensi contenitori di denaro pubblico, razziato con multe selvagge per divieto di sosta, con autovelox disonestamente taroccati, con spese di mora premeditate e con una vera e propria miriade di tasse vergognose e degne di amministrazioni comunali che vorrebbero ridurre i cittadini in sudditi obbedienti e muti.  

    fatti di cronaca che andrò a pubblicare, sono realtà vere che devono farci meditare e preoccupare seriamente. Essi riguardano un vastissimo numero di persone che rappresentano le nostre istituzioni in tutta la penisola, e che coinvolge interi comuni e comandi di polizia municipale, i quali hanno basato il loro lavoro sulla corruzione, la repressione ed ora anche il pestaggio di quegli stessi cittadini della Repubblica titolari della sovranità del popolo italiano.  Chi scrive non vuole né screditare né infangare i meriti di chi lavora onestamente, ma non può neanche tacere la reale disinvoltura di chi delinque impunemente e pretende addirittura rispetto ed obbedienza. La Legge deve essere uguale per tutti e tutti devono essere uguali per la Legge, ma nonostante molti magistrati hanno finalmente capito che il marcio maggiore sta dall’altra parte, i vigili urbani e soprattutto i loro comandanti e i sindaci, in molti casi, non sono ancora perseguiti e puniti neanche quando sono colti con le mani nel sacco.  Gli articoli pubblicati su www.robedamatti.net fanno parte di un archivio d'informazione personalizzato. Eventuali stralci delle varie sentenze, titoli senza cronaca, commenti dei lettori e quanto proviene da altri siti web o da quotidiani, sarà pubblicato citando la fonte di provenienza. 

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    www.robedamatti.net          Notizie sempre aggiornate

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    Falsifica pass, condannato l’ex comandante dei vigili

    Otto mesi a Trivellato e al manager musicale Valsecchi. I due sono stati riconosciuti colpevoli del reato di falsità ideologica commessa in autorizzazioni amministrative

    ROVIGO — Condanna in primo grado per l’ex comandante dei vigili urbani Enrico Trivellato, ora in pensione e per il manager musicale Enzo Valsecchi. Lunedì mattina i due sono stati riconosciuti colpevoli, in concorso, dal collegio giudicante per il reato di falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in autorizzazioni amministrative. La pena, sospesa, per entrambi è di otto mesi. La vicenda risale al 6 dicembre 2007, quando Valsecchi prende una multa per sosta vietata della sua auto nella Ztl (Zona a traffico limitato) del centro storico rodigino. Sanzione poi annullata dal giudice di pace per un difetto di notifica. Tempo dopo, la Procura ricevette una lettera anonima dove si affermava che Valsecchi avrebbe chiesto a Trivellato un’autorizzazione postdatata per poter evitare quella multa. Il pass esiste, è datato 6 novembre 2007 e prevede un permesso di carico e scarico dalle 16 alle 18. Per il pm Manuela Fasolato, che ordina anche perquisizioni a casa dei due indagati, il reato è duplice e in concorso: falsità materiale e ideologica e per abuso d’ufficio.Nel corso del dibattimento l’accusa e la difesa avevano cercato di dimostrare le loro tesi contrapposte. Da una parte si era ricordato che l’autorizzazione sull’auto di Valsecchi quel 6 dicembre 2007 non c’era, che il permesso non è agli atti della polizia municipale rodigina né in data 6 novembre 2007, né in quella 6 dicembre. L’Accusa ha provato anche a dimostrare che, stando ai testimoni, sarebbe stato redatto fuori dall’orario di ufficio. Al termine della requisitoria, la richiesta di condanna è stata di 30 mesi ciascuno. Gli avvocati difensori, Massimo Zuppa per Trivellato e Leandro Rigobello per Valsecchi, hanno spiegano invece che al Comando dei vigili urbani non c’erano protocolli in entrata e in uscita per le richieste di autorizzazioni, che la data di un mese prima è un mero errore, che se ci fosse stato un accordo Trivellato avrebbe potuto più agevolmente annullare il verbale di multa e che Valsecchi ha vinto il ricorso al giudice di pace senza dover produrre il pass «sospetto». Il collegio giudicante, presieduto da Claudio Dodero, ha assolto i due dall’accusa di abuso d’ufficio perché il fatto non sussiste e ha riqualificato l’imputazione di falsità materiale nella fattispecie più lieve prevista dal Codice penale, condannandoli entrambi. I due legali hanno già preannunciato ricorso in appello.Antonio Andreotti
    06 dicembre 2011

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    Multe autovelox «addomesticate», vigili e automobilisti:

    261 davanti al gip

    Gli accusati sono ritenuti responsabili di aver manipolato e distrutto verbali per un danno di migliaia di euro

    CASERTA — Sono due le udienze preliminari fissate ad aprile del 2012 davanti a due gup di Santa Maria Capua Vetere dove compariranno 261 indagati della maxi inchiesta della locale Procura che, due anni, fa scoprì un giro di multe per autovelox «addomesticate». Tra i destinatari delle richieste di rinvio a giudizio, alcune ex divise della polizia municipale di Piedimonte Matese e decine e decine di automobilisti favoriti all'atto del verbale dell'autovelox. Uno scandalo che vide teatro l'alto Casertano e in particolare Piedimonte Matese dove fu azzerata una buona parte della locale Polizia Muncipale dopo alcune indagini della Guardia di Finanza e della Polstrada.Un'inchiesta avviata dalla denuncia sporta da un maresciallo della Polizia Municipale contro il suo collega capitano dello stesso corpo di vigili urbani: il primo avverso al secondo, estraneo alla comunità locale, giunto nel centro matesino con l'ambizione di modificare e migliorare il funzionamento della Polizia Municipale, con il rischio di mettere in pericolo equilibri e prassi consolidate. Le divise colpite dai provvedimenti sono ritenute responsabili di aver manipolato, occultato e distrutto verbali elevati per violazione dei limiti di velocità, procurando un danno di migliaia di euro per le casse del Comune. Gli otto agenti e l'amministratore della società che gestisce gli autovelox nel territorio comunale sono indagati per associazione per delinquere, truffa ai danni dello Stato, abuso di ufficio, peculato, falso ideologico e materiale in atti pubblici.

    Giorgio Santamaria
    25 novembre 2011

     

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    Dopo Romagnano Sesia (Novara) bufera giudiziaria anche a Vinzaglio (Novara): Arrestati il sindaco, il comandante dei vigili urbani e tre imprenditori.

    (Articolo a firma della signora Elena Ferrara direttrice di OkNovara.it)

     

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    VINZAGLIO, 02 DIC 2009 

    L’inchiesta sulla corruzione della Procura di Novara porta una bufera giudiziaria su Vinzaglio: il sindaco Gian Mauro Paderno è finito in carcere e il comandante della polizia municipale Roberto Celleghin è agli arresti domiciliari. I due sono stati arrestati lunedì scorso insieme all’imprenditore vercellese Antonio Olivieri, detto “penna bianca” e già noto alla legge per truffe e associazione di stampo mafioso, alla moglie Josè Rivetti e all’egiziano El Sheik Refat. Per loro si sono aperte le porte del carcere; mentre per l’imprenditore, anch’egli di Vercelli, Olinto Michelucci il gip ha concesso gli arresti domiciliari. Un sesto soggetto risulta destinatario di un ordine di interdizione, che però non è ancora stato eseguito.
    Secondo quanto appurato dai carabinieri del nucleo operativo radiomobile, che hanno seguito l’indagine, la coppia Olivieri-Rivetti, con la complicità del sindaco, ha interferito in alcune aste giudiziarie con lo scopo di acquisire beni immobili a prezzi dimezzati rispetto all’offerta di partenza. Il primo cittadino è anche accusato di aver intercesso, per dei lavori di ristrutturazione nell’abitazione di un anziano del paese, risultato essere “quasi totalmente demente”. Lavori che sono poi stati eseguiti a costi esorbitanti da “un’azienda amica”.
    Paderno avrebbe, inoltre, inventato i cambi di residenza di numerose famiglie, grazie alle quali si sarebbe assicurato dei voti. In questo ha avuto la compiacenza del comandante dei vigili, che si è occupato di certificare i trasferimenti in realtà mai avvenuti. E infatti Paderno, nel giugno scorso, è stato riconfermato alla guida del Comune di Vinzaglio con un risultato che lo stesso procuratore Francesco Saluzzo ha definito “a furor di popolo”.
    Intanto per il Comune di Vinzaglio, dopo l’arresto del sindaco, si profila l’ipotesi del commissariamento. “Quello che mi ha stupito, in trent’anni di attività – ha commentato il procuratore – E’ che in un paese di 600 anime sia mancato totalmente il controllo sociale”. E “la sensazione – ha aggiunto – è che questo territorio non sia dissimile da altri”.

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    Maxi inchiesta sulla corruzione: sequestrato il server del Comune di Romagnano. Indagato il comandante dei vigili urbani.

    (Articolo a firma della signora Elena Ferrara direttrice di Ok Novara.it)

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    ROMAGNANO SESIA,  – Prosegue la maxi inchiesta sulla corruzione, avviata dalla Procura di Novara. Ieri pomeriggio le forze dell’ordine hanno perquisito il municipio di Romagnano Sesia, dove è stato sequestrato il server comunale. La nuova “tappa” degli investigatori è connessa al fatto che sotto indagine c’è anche il comandante della polizia municipale Antonio Fabiano. Pare che la sua posizione sia collegata a quella del luogotenente Domenico Staffieri, arrestato giovedì scorso con la moglie Maria Potenza. La perquisizione ha toccato anche l’abitazione del comandante Fabiano.
    Ma il sequestro del server ha creato non pochi disagi al Comune di Romagnano. “Hanno controllato un po’ tutto – conferma il sindaco Carlo Bacchetta all’agenzia Ansa – Il problema e’ che hanno portato via il server che gestisce tutti i computer del Comune e cosi’ da oggi abbiamo tutta l’attivita’ bloccata. Ci e’ stato promesso che entro pochi giorni tutto tornera’ alla normalita’ ma nel frattempo siamo veramente nei guai”. Gli utenti, insomma, dovranno avere un po’ di pazienza.

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    Vigile urbano leghista afferma che i suoi colleghi truffano i cittadini per riempire le casse dei sindaci razzisti.

    Per la seconda volta è stato trovato ubriaco alla guida della sua auto, ma i carabinieri, lunga vita per loro, gli hanno “somministrato” il giusto antidoto per fargli smaltire la sbornia e per insegnargli che chi deve fare rispettare le regole non può comportarsi come un qualsiasi imbecille. Il vigile urbano che è anche un assessore eletto nella lista del razzista Salvini, ha ammesso:

    “Avevo bevuto un paio di calici di vino per festeggiare il nuovo anno ... solo due bicchieri di vino bianco. Poi mi sono messo alla guida della mia auto, ma non credevo d’aver superato la dose di alcol consentita dalla legge e dal Codice della strada”.

    L'ex vigile/assessore, che ora afferma di avere sbagliato tutto e di essere pentito, mi ha chiesto, di cancellare il suo nome e cognome dal mio sito Web, cosa che sto facendo in questo momento, pur sapendo che dall'epoca dei fatti sono trascorsi diversi anni e che molti vigili leghisti non sono per nulla cambiati. Non posso cancellare l’intero articolo perché Salvini e altri razzisti si sono macchiati di reati molto gravi e, per colpa dell’odiosa immunità parlamentare, non sono stati arrestati né si sono pentiti.

    Per quanto sopra, e sperando che quel signore sia davvero pentito, rispetto la volontà dell’ex vigile/assessore, ma non cambio l’ossatura dell’articolo che ho pubblicato a suo tempo.

    … L’ex vigile che, guarda caso, era anche responsabile della sicurezza stradale, dopo avere soffiato nel palloncino dei carabinieri ha dichiarato: “ Non credevo di essere sopra il limite consentito … mi sentivo perfettamente sobrio”. Ma al controllo effettuato dai carabinieri, l'assessore è risultato positivo con un tasso di 0,8, quanto basta per vedersi ritirare la patente di guida. Gli è stato anche chiesto un parere sulle norme del Codice della strada e se avesse intenzioni di dimettersi: “Non voglio assolutamente entrare nel merito della normativa, né tanto meno giudicarla". Dimissioni? "Non ho nemmeno valutato questa possibilità”.

    Su Facebook, lei fa parte del gruppo “Autovelox vaff” …, dove tra i commenti dei suoi 580mila sostenitori, appaiono insulti anche pesanti rivolti alla polizia municipale, Corpo di cui fa parte anche lei nel comune di Pescantina.
    “Facebook è un gioco, non una cosa seria, e per tale va considerato. Comunque sono contro non tanto all'autovelox in sé ma al modus operandi di alcuni colleghi vigili che, nonostante la legge lo impedisca, si nascondono per cogliere in fallo gli automobilisti, anziché rendersi ben visibili. Questo è un modo di far cassa che non condivido e che la legge vieta”.

     


    Condannato un vigile urbano:

    Intascava i proventi delle multe selvagge. 

    Il vigile Giuseppe Di Filippo proponeva agli automobilisti una conciliazione diretta. Il giudice gli ha inflitto 2 anni e 8 mesi per peculato, invece che concussione, come aveva chiesto l'accusa.  

    “I miei problemi li ho sempre risolti da solo. Ho fatto anche il lavapiatti in un ristorante parmigiano”, racconta il cinquantenne riferendosi ad altro bisogno di denaro rispetto allo stipendio da vigile urbano. Ho sentito molte volte la frase: “Per favore chiuda un occhio” e mi venivano offerti soldi che non ho mai accettato.

    Secondo il p.m. Paola Dal Monte, le modalità della concussione nei diversi episodi, sarebbero state del tutto simili fra loro: si presentava da solo, in divisa, e prospettava sempre un evento “catastrofico” al conducente fermato. Il p.m. afferma che il Di Filippo ha escogitato il tutto per proporsi come
    “salvatore”, al fine di costringere le persone a pagare quanto richiesto, architetando il tutto per ottenere il pagamento diretto”. Alla fine della requisitoria la richiesta è stata secca, 5 anni di reclusione per omissioni d'atti d’ufficio e concussione. Il vigile potrebbe beneficiare dell’indulto, ma i giudici si sono riservati di decidere, perché hanno appurato che lo stesso Di Filippo, da poco, è stato condannato anche per una ulteriore storia d'assegni scoperti.  

     

    16 vigili urbani fabbricavano, falsificavano e vendevano permessi per la sosta riservati a dipendenti della pubblica sicurezza e personale sanitario.  

    Chi aveva bisogno di sostare con un permesso contraffatto, doveva solo rivolgersi ad uno dei 16 vigili (tra loro anche quattro ispettori) e pagare dagli 80 ai 150 euro. A scoprire il gruppo di malfattori, che ora deve rispondere di falso in atto pubblico e corruzione, sono stati due vigili urbani appartenenti ad altra sezione milanese.

    Non posso pubblicare nomi e cognomi dei falsari perché il fatto è successo pochi giorni fa (24 luglio 2009) e, come di consueto, è in corso un'indagine per accertare le singole responsabilità. Mi auguro che il Pubblico Ministero faccia un buon lavoro e che i giudici della sezione penale del tribunale giudicante applichino la stessa tolleranza zero che i vigili urbani riservano agli onesti cittadini. 

     

    AUTOVELOX CON IL TRUCCO, PIU' DI 200 INDAGATI NEL CASERTANO   (Fonte libero.it)

    NAPOLI  - Autovelox col trucco:

    più di 200 persone, tra cui molti sindaci, assessori e comandanti delle Polizie municipali, sono indagate nel Casertano nell'ambito di un'operazione condotta dal comando della compagnia dei carabinieri di Capua e della Polizia stradale di Caserta in esecuzione di un decreto di sequestro preventivo emesso dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere. Le indagini, poi sfociate nell'emissione del decreto, hanno avuto per oggetto il rilevamento delle infrazioni attraverso autovelox, photored o altri macchinari simili. Destinatari dei provvedimenti numerosi Comuni della provincia di Caserta e di società. L'indagine ha evidenziato un sistema "creato dai Comuni e dalle società che, in violazione di legge, rappresentava un modo di facile, ingiusto e rilevante profitto".

    Le condotte contestate ai più di 200 indagati nel Casertano nell'inchiesta relativa agli autovelox col trucco riguardano le modalità di affidamento del servizio da parte dei Comuni alle ditte private, la non corretta indicazione in bilancio delle somme provento delle sanzioni, le illecite modalità di rilevazione delle infrazioni. Ed ancora, l'omessa comunicazione alle competenti autorità delle infrazioni per il decurtamento dei punti e illeciti nel trattamento dei dati personali. I reati contestati riguardano la truffa, l'abuso d'ufficio, la turbata libertà degli incanti, la falsità ideologica commessa da un pubblico ufficiale in atti pubblici, il rifiuto e l'omissione di atti d'ufficio. E poi, la soppressione, la distruzione e l'occultamento di atti veri, la violazione del codice della privacy per il trattamento dei dati personali.

    I carabinieri del comando provinciale e la polizia stradale della sezione di Caserta hanno coperto con teli neri ed apposto i sigilli ad una trentina di autovelox e photored, in esecuzione di un decreto di sequestro preventivo emesso dalla Procura della Repubblica di S.Maria Capua Vetere. Altri sequestri sono in corso nelle sedi delle ditte fornitrici delle apparecchiature, coinvolte nell'indagine, avviata nel 2005 dai carabinieri di Capua, a seguito di numerose denunce presentate da automobilisti. Ai sindaci di 33 comuni, ad altri amministratori ed ai comandanti delle polizie municipali, viene contestato, tra l'altro, di avere installato autovelox e photored senza uno studio sulla pericolosità e sull'intensità del traffico, spesso con il trucco, ovvero senza idonea segnalazione, nascosti tra gli alberi o posizionati dopo una curva e con una improvvisa variazione del limite di velocità previsto sulla stessa strada. Agli indagati viene anche contestata la truffa nei confronti degli automobilisti costretti a pagare le sanzioni per un atto pubblico da considerare nullo, perché redatto in maniera non conforme alle disposizioni di legge.

     

     
    Anagrafe parallela a Roma: 165 indagati
     
    Un giro miliardario di denaro e di regolarizzazioni illegali sui quali il pm Salvatore Vitello ha scritto la parola fine chiudendo l’ inchiesta e depositando gli atti. Per gli indagati si profila ora la richiesta di rinvio a giudizio.
    Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno. 
     ROMA - Centosessantacinque tra dirigenti municipali, dipendenti comunali, vigili urbani e cittadini italiani ed extracomunitari rischiano di finire sotto processo a Roma nell’ ambito dell’ inchiesta che, nello scorso novembre, ha portato alla scoperta di un’ organizzazione che nella capitale gestiva una sorta di anagrafe parallela utile per la concessione di documenti tramite false dichiarazioni. Un giro miliardario di denaro e di regolarizzazioni illegali sui quali il pm Salvatore Vitello ha scritto la parola fine chiudendo l’ inchiesta e depositando gli atti. Per i 165 indagati si profila ora la richiesta di rinvio a giudizio.
    Associazione per delinquere, corruzione e falso, quest’ ultimo sotto diversi profili, i reati contestati agli indagati, a seconda delle singole posizioni processuali. Di questi, 135 nei mesi scorsi furono anche sottoposti a misura cautelare.
    Tra gli indagati figura Nello Nasso, funzionario dell’ ufficio anagrafe del Comune di Roma, ritenuto dall’accusa promotore dell’organizzazione che dal 2002 al 2005 avrebbe creato false cittadinanze, false identità e falsi riconoscimenti di paternità.
    Oltre a Nasso, risultano indagati Maria Di Salvo, ufficiale di stato civile del Comune di Roma, Gian Piero Flamini e Umberto Catalano, istruttori di polizia municipale, Stefano Radica, comandante dei vigili urbani di
    Montecompatri.
    Secondo l’ accusa, i meccanismi usati dall’ organizzazione erano sostanzialmente tre: far ottenere una cittadinanza attraverso l’ acquisizione di false paternità, clonare identità di cittadini ignari o falsificare identità di cittadini inesistenti. Ventimila euro, secondo quanto accertato dalla procura e dalla squadra mobile, era il prezzo richiesto per la regolarizzazione di stranieri irregolari (in gran parte nomadi), per acquisire gli stessi diritti degli italiani e per rifarsi, laddove esistevano precedenti penali, una «verginità» a livello giudiziario. Un tariffario più volte citato nelle oltre 70 intercettazioni telefoniche fatte nel corso delle indagini.
    Tra i casi di clonazione d’ identità accertati dagli investigatori, anche quelli di persone, principalmente italiani che vivevano all’estero, clonate da un soggetto che utilizzava poi a loro insaputa nome e cognome in documenti che a tutti gli effetti risultavano "puliti".
    Per anni l’organizzazione avrebbe agito indisturbata e, con tutta probabilità, potrebbero essere state migliaia le false dichiarazioni che hanno dato origine a falsi documenti. Un volume d’affari che avrebbe portato all’ intera organizzazione circa due milioni e mezzo di euro.
     

     

    Verona: Indagati 63 comandanti dei vigili urbani, 39 amministratori pubblici e 144 comuni appartenenti a 24 province del Nord.  

    Con l’uso di T-RED non omologati dal Ministero dei Trasporti, sequestrati dai carabinieri di S. Bonifacio, hanno trovato il sistema per contestare decine di migliaia di multe selvagge e derubare i cittadini. Tra le società che sfornano T-RED o PHOTORED, risultano essere indagati gli amministratori unici di Ci.ti.esse (Rovellasca), Maggioli (S. Arcangelo di Romagna), Traffic Tecnology (Marostica), Open Software (Mirano) e Kria (Desio).I carabinieri di S. Bonifacio (Verona) hanno arrestato l’amministratore unico di Kria Stefano Arrighetti, denunciato alcuni comandanti di polizia municipale e sequestrato, per ora solo in 64 comuni, i T-RED taroccati. Le accuse per tutti gli indagati sono frodi e truffa aggravata.Dal GIP Sandro Sperandio e dal Pubblico Ministero Valerio Ardito, gli italiani truffati si aspettano condanne esemplari e senza sconti.Seguiamo gli sviluppi di questo ennesimo disonesto attacco al nostro portafoglio e se i magistrati suddetti ci daranno ragione, presentiamo centinaia, migliaia, milioni di ricorsi e chiediamo il rimborso del nostro denaro, sottrattoci da questa probabile associazione per delinquere che non si accontenta più della percentuale sulle multe e della miriade d'indennità che i comuni, con i soldi dei contribuenti, elargiscono in quantità industriale, ma se glielo concediamo, ci sfilano le mutande senza neanche abbassarci i pantaloni. Vergognosi!  

     

    Giugliano: 23 vigili urbani e tre funzionari comunali chiedevano le mazzette.

    La tariffa per chiudere un occhio era di 500,00 €, per chiuderli entrambi 2.500,00 € e qualche prestazione sessuale. La banda, che ha infangato le divise dei vigili urbani, deve rispondere d'associazione per delinquere, falso ideologico, rivelazione del segreto d’ufficio, concussione, corruzione eccetera, era capeggiata da questi “esemplari” agenti: Antonio Basile, Renato Ciccarelli, Emilio Del Franco, Francesco Iovinella, Raffaele Parisi, Raffaele Sodano, Giuseppe Scafati e Alfonso Valletta. 

     

    Milano: arrestati 14 vigili urbani che taglieggiavano i venditori ambulanti.  

    Vuoi un posto abusivo per la tua bancarella o altro? Non c’è problema, dacci la grana e sei in regola. Questi i nomi dei vigili urbani accusati di concussione e trasferiti prima al carcere di S. Vittore e poi agli arresti domiciliari: Adriano Jadicicco Spignese, Amelia Ardenghi, Renato De Sabato, Gilberto Comi, Giorgio Bertolotti, Cosimo Stanca, Luciano Petrillo, Antonio Quarta, Roberto Marotta, Antonio Simiele, Matteo Rignanese, Franco Bortolotto, Teresio Barberis e Luigi Chianello.              

     

    Parma, dieci indagati per il pestaggio al giovane ghanese.  Fonte Panorama.it

    Otto agenti, un ispettore capo e un commissario capo della Polizia Municipale. Sono i vigili iscritti nel registro indagati della procura di Parma per il presunto pestaggio di Emmanuel Bonsu Foster, il ragazzo ghanese di 22 anni fermato dal nucleo ‘pronto intervento’ del corpo nel corso di un’operazione antidroga al parco ex Eridania. Il caso, quaranta giorni fa, suscitò polemiche e accuse di razzismo. Percosse aggravate, calunnia, ingiuria, falso ideologico e materiale, violazione dei doveri d’ufficio. Reati commessi in concorso, con l’aggravante dell’abuso di potere. Questi i capi di imputazione che la procura ha formalizzato nei confronti dei vigili che organizzarono e diressero l’operazione antidroga nel corso della quale fu fermato e portato nel comando municipale il giovane studente ghanese. Secondo il Pm Roberta Licci il ragazzo, fermato da agenti in borghese che non si erano qualificati con l’accusa di essere il “palo” di un pusher, non avrebbe reagito con violenza ma avrebbe solo tentato di scappare. Insulti (”Negro”, “Scimmia”) e percosse avrebbero poi accompagnato il trasporto e l’interrogatorio del giovane. Gli agenti avrebbero cercato di farlo confessare ‘’asserendo, peraltro falsamente, di avere le prove documentali della sua responsabilità ‘’. Senza esito. ‘’Mentre era rinchiuso nella cella'’, si legge nelle ipotesi di reato della Procura, Bonsu ‘’veniva colpito con calci, pugni e schiaffi'’. Dopo essere stato portato negli uffici della polizia territoriale ‘’con una bottiglia di plastica sulla testa'’, il ragazzo sarebbe stato fatto spogliare e, una volta nudo, costretto a fare ripetuti piegamenti. Trattenuto in centrale per quattro ore, senza che nulla fosse comunicato all’autorità giudiziaria, ad un certo punto Bonsu si sarebbe trovato di fronte un agente con un modulo per l’autocertificazione in mano. Il vigile gli avrebbe detto che doveva firmare senza fare storie, ‘’anche si fosse trattato della sua condanna a morte'’. Il sospetto degli inquirenti è che ben ‘’sapendo che Bonsu aveva posto in essere solo una resistenza passiva (la fuga)'’ lo si abbia voluto accusare di reati mai commessi. Intanto il sindaco di Parma, Pietro Vignali, in consiglio comunale ha reso noti i risultati di un’indagine interna (distinta quella penale della procura). Il sindaco ha riferito di “comportamenti che possono determinare censure e azioni disciplinari, oltre che il trasferimento ad altre mansioni dei poliziotti coinvolti, cosa che è già stata avviata”.  

     

    Semaforopoli, tangenti, gli amici degli amici: trecento comuni indagati.

    Fonte Repubblica.

    MILANO – C’è il comandante di polizia municipale che dice: "In agosto si sposa mia figlia… Mi servirebbe un prestito da mille euro". E c’è il sindaco di un paese in provincia di Imperia che riesce a sistemare la figlia come dattilografa in una società di controllo degli impianti semaforici. Ma soprattutto, ci sono le tangenti. Quelle che secondo una "gola profonda" della Guardia di finanza sarebbero state pagate a vigili urbani e amministratori locali per aggiudicarsi la gestione degli impianti che fotografano gli automobilisti troppo veloci o troppo incuranti dei colori del semaforo. A rivelarle è un ex dipendente di un’azienda con sede nel Delaware, negli Stati Uniti, ma attiva tra le province di Brescia e di Verona. Una delle ditte su cui sta indagando il pubblico ministero Alfredo Robledo della procura di Milano. Il testimone parla esplicitamente di "atti di corruzione" e assicura: i compensi hanno riguardato trecento amministrazioni comunali.Le rivelazioni del "pentito delle multe selvagge" disegnano un sistema diffuso in tutt’Italia, una sorta di tangentopoli che è al contempo anche una "parentopoli". La corruzione, infatti, sarebbe avvenuta attraverso il coinvolgimento di familiari dei funzionari pubblici da oliare che venivano assunti come dipendenti della società. Si era stabilita una tariffa: per ogni verbale notificato 3 euro dovevano andare al vigile corrotto. Il "contratto" veniva stipulato direttamente dal titolare della società con il sindaco, il segretario comunale o il comandante di polizia municipale di turno.La Finanza ha già trovato numerosi riscontri: in un comune in provincia di Rovigo, ad esempio, una società ha assunto il fratello del comandante dei vigili come videoterminalista, ritrovando anche un documento in cui si attesta il pagamento di un anticipo di 500 euro.

    Con le amministrazioni, inoltre, la società stipulava dei contratti di "progetto obiettivo": una volta raggiunto determinati introiti, il compenso destinato all’azienda. "In realtà tale compenso – dice il testimone – andava alla polizia municipale", in una percentuale che oscillava tra il 5 e il 7 per cento. Al centro di questo sistema c’era un imprenditore che, direttamente o attraverso vari prestanomi, controllava otto società diverse che in più casi si presentavano come concorrenti nelle gare d’appalto, riuscendo in questo modo a pilotarle. Gli accertamenti delle Fiamme gialle si stanno concentrando su decine di comuni italiani, da Brianzé, in provincia di Vicenza, a Sant’Olgese, in provincia di Genova, da Lurago d’Erba, in provincia di Como, a Palestro, in provincia di Pavia. Del cartello di società faceva parte anche un’azienda incaricata di attestare la taratura degli autovelox ogni volta che la Prefettura e il Giudice di pace lo richiedeva dopo i ricorsi presentati dagli automobilisti. Quasi sempre, però, "si trattava di false attestazioni": le operazioni tecniche, in realtà, non venivano mai eseguite. 

     

    Monza, Vigili violenti picchiano volantinatori dei centri sociali.

    Distribuivano volantini nel centro di Monza contro i Cpt e contro la Croce Rossa che opera al loro interno. Aggrediti un gruppo di manifestanti dei centri sociali, da un manipolo di vigili urbani troppo zelanti.

    Fonte Milano Today  di Redazione - 18/05/2009    Stavano distribuendo volantini contro l’attività della Croce Rossa all’interno dei centri di detenzione ed espulsione per gli immigrati regolari. Tre persone, tra cui un anziano, sono state aggredite dai vigili urbani del Comune di Monza.

    I tre hanno rifiutato di mostrare i loro documenti di identità alla richiesta delle autorità, che hanno allora deciso di passare alle maniere forti: un ragazzo è addirittura caduto a terra e si è ritrovato il ginocchio di uno dei vigili sulla gola. Tutto questo davanti agli occhi dei monzesi che passeggiavano per le vie del centro nel pomeriggio soleggiato di ieri.

    La lista Sinistra per Monza e Brianza aveva sul posto dei suoi rappresentati, che si sono affrettati a confermare tutto: percosse, spintoni contro le volanti, manette e botte.

    La Polizia Locale difende l’operato dei suoi agenti sostenendo che la reazione è stata proporzionata alla resistenza posta dai manifestanti, che avrebbero cercato lo scontro con le autorità a tutti i costi
     

     

    Tangenti per le discoteche, indagato il capo dei vigili urbani e altre 15 persone.

    Fonte: Milano oggi

    Presunte tangenti a vigili e funzionari del Comune pagate dalle discoteche e dai locali milanesi per trattamenti di favore, sia sul fronte licenze che controlli. Indagati dal pm Frank Di Maio il comandante dei vigili di Milano Bezzon e altre 15 persone. Le accuse vanno dall’abuso d’ufficio alla concussione

    di Redazione - 24/07/2009 Il pubblico ministero milanese Frank di Maio sta indagando ormai da un paio d’anni su un presunto giro di tangenti per addomesticare i controlli nei locali notturni.

    Tra gli indagati spunta anche Emiliano Bezzon, comandante dei Vigili Urbani di Milano. Il Brezzon è accusato di abuso d’ufficio, rivelazione di segreto d’ufficio insieme ad altre 15 persone. Per queste ultime le ipotesi di reato vanno dalla concussione al favoreggiamento personale.

    La notizia è tornata alla ribalta dopo che il giudice per le indagini preliminari ha accettato la richiesta del pubblico ministero di prorogare le indagini. Al centro dell’inchiesta ci sarebbero una serie di tangenti che alcuni locali milanesi, come i Tocqueville, avrebbero pagato alla Commissione di Vigilanza e ai vigili per avere un trattamento di favore in materia di controlli e di licenze. 
     

     

    SCANDALO T-RED  (Fonte il Giorno)

    MULTE AI SEMAFORI, conferma del sequestro per gli impianti di Albese con Cassano e Vertemate con Minoprio, spegnimento cautelativo ad Arosio. Altro che ...MULTE AI SEMAFORI, conferma del sequestro per gli impianti di Albese con Cassano e Vertemate con Minoprio, spegnimento cautelativo ad Arosio. Altro che multe facili per i Comuni, dopo le due indagine portate avanti in parallelo dalle procure di Verona e Milano sulle presunte irregolarità nel tarare il giallo e nell'assegnazione degli appalti di installazione e gestione dei temibili T-red, multare è diventato un'impresa. Ad Albese e Vertemate, finite nel mirino delle Fiamme gialle e dei giudici milanesi - che hanno inviato avvisi di garanzia nel primo caso all'ex comandante della polizia locale, Giuseppe Sorresso, e nel secondo al comandate del Corpo, Enzo Tallon - nei giorni scorsi è pure arrivata dalla tribunale milanese la conferma del decreto di sequestro degli impianti che restano quindi sigillati e custoditi sotto chiave nei rispettivi Comuni senza più essere nelle condizioni di multare sulla Como-Bergamo e sulla Statale dei Giovi, dove erano rispettivamente installati da due e un anno.  

     

    Maxi-truffa assicurazioni: coniugi rinviati a giudizio   Fonte IVG.it

    Savona. Udienza preliminare ieri in tribunale per la truffa delle polizze false che vede sul banco degli imputati Cristina Vetrini, 37 anni, titolare di un’agenzia di assicurazioni ad Albisola Superiore, e il marito Ciro Bittarelli, 40 anni, accusato di essere suo complice nelle operazioni illecite. Il gup Donatello Aschero ha disposto il rinvio a giudizio dei due coniugi per il prossimo 8 marzo. La frode della coppia albisolese avrebbe danneggiato 1483 ignari automobilisti per un giro di denaro di oltre 2 milioni di euro. La donna era titolare di un’agenzia ad Albisola, già agente mandatario di Mediolanum, Maa, Verona Assicurazioni, ed il consorte, agente della polizia municipale, la aiutava a gestire il portafoglio clienti. I due avrebbero falsificato migliaia di polizze RC Auto (si parla di 5000 documenti), utilizzando i moduli delle compagnie oppure copie scannerizzate, e avrebbero consegnato agli automobilisti contrassegni senza valore. Le finte polizze venivano stipulate soprattutto con clienti in classe zero o classe uno. Cristina Vetrini avvrebbe incassato i premi, liquidato direttamente i danni ai clienti in caso di sinistri e coperto le spese per periti, avvocati e mesici, che le venivano rimborsate grazie alle riassicurazioni. Il numero degli automobilisti raggirati dall’agenzia assicurativa ha messo in difficoltà anche il tribunale: contattare tutte le parti lese è stata un’impresa titanica che ha richiesto anche il ricorso ad annunci sui giornali. L’8 marzo a Palazzo di Giustizia si prevede l’invasione delle vittime della truffa che si sono costituite parte civile.   

     

    Borghetto Santo Spirito.

    Due agenti della polizia municipale di Borghetto, Enrico T., di 39 anni, e Maria B., di 35, sono stati rinviati a giudizio per un episodio del maggio di cinque anni fa. Secondo l’accusa, avrebbero urtato l’auto di un privato, accusandolo poi di essere stato l’autore dello scontro e di aver cercato di fuggire non fermandosi all’alt. Per i due vigili le accuse sono quelle di falso in atto pubblico, calunnia, violenza privata e danneggiamenti, con l’aggravante, per gli ultimi tre reati, di aver commesso il fatto “con abuso dei poteri inerenti ad una funzione pubblica”. Il processo si terrà il 30 maggio 2008 ad Albenga.   

    CASSAZIONE: CONDANNATI VIGILI VIOLENTI, AGGREDIRONO UN SENEGALESE

    Giovedì, 23 luglio  (Fonte Campania.it)
     
     Confermata, dalla Cassazione, senza sconti, la condanna a un anno e dieci mesi di reclusione nei confronti di due vigili urbani colpevoli di aver picchiato e calunniato un giovane extracomunitario, K.C., venditore ambulante, durante un controllo in un mercato di Avellino. In realtà l’immigrato - rileva la Suprema Corte nella sentenza 30417 - aveva solo reagito a una attività di controllo «degenerata in comportamenti arbitrari e ingiustamente violenti» posti in essere dai due vigili, Carmine D.A. e Pasquale G., che lo avevano picchiato brutalmente procurandogli lesioni certificate al pronto soccorso.

    Inoltre i due pubblici ufficiali avevano compilato una relazione di servizio e una denuncia ai carabinieri nella quale, falsamente, accusavano l’immigrato di aver adoperato violenza nei loro confronti per impedire il sequestro del suo borsone. Ma le testimonianze delle persone che avevano assistito al pestaggio sono state tutte a favore dell’extracomunitario che, adesso, dovrà anche essere risarcito dai vigili «picchiatori». La Cassazione ha, infatti, dichiarato inammissibili i ricorsi dei due imputati - pena sospesa dalla condizionale - e gli ha anche inflitto mille euro di multa in favore della Cassa delle ammende.

     

    Concorso Vigili Urbani: emesse pesanti condanne (Fonte Andri live.it)

    32 imputati, tra politici, funzionari comunali e vigili urbani, che a vario titolo erano implicati nei concorsi per far parte del Corpo della Polizia MunicipaleQuesto pomeriggio i giudici della sezione penale Tribunale di Trani hanno letto il dispositivo della sentenza –le motivazioni si conosceranno entro 90 giorni- nei confronti di parte dei 32 imputati, tra politici, funzionari comunali e vigili urbani, che a vario titolo erano implicati nei concorsi per far parte del Corpo della Polizia Municipale.

    La magistratura giudicante, ha accolto le tesi della pubblica accusa, sostenuta dal dr. Giuseppe Maralfa secondo cui era stata messa in atto una vera e propria associazione per delinquere: per far parte del corpo o per avanzare di grado bastava farsi raccomandare. Non è stato invece riconosciuto il reato di abuso di ufficio, ormai prescritto per la maggior parte degli imputati, che beneficeranno dei 3 anni di indulto. Il Comune di Andria si era costituito parte civile.

    Per quella inchiesta, che partì da alcuni esposti anonimi, furono arrestati dalla Polizia di Stato nella metà di aprile del 2003 sette persone.
    Le condanne più pesanti, dai 3 agli 8 anni, sono state comminate all'allora comandante del corpo Francesco Paccione, all'ex assessore alla Polizia Municipale Vito Malcangi, ai funzionari comunali Agostino Balducci e Concetta Guicciardini, e ai marescialli dei vigili urbani Domenico Ruotolo e Miriam Mancini. Ben 21 invece, le assoluzioni.
    Per alcuni degli imputati condannati, quale pena accessoria è scattata anche l’interdizione perpetua dai pubblici uffici.
    L’Autorità Giudiziaria ha stabilito infine la cancellazione dalla graduatoria per il concorso dei marescialli, per due concorrenti.
     

                                                                                                                Enzo Cusmà

     
     

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