Pillola rossa per la disfunzione erettile. |
Scritto da Enzo | |
venerd́ 02 luglio 2010 | |
www.robedamatti.net Cesena, 2 luglio 2010 Disfunzione erettile: arriva in farmacia la pillola rossaArriva da Napoli la pillola rossa.A base di estratti naturali, la pillola potrebbe sostituire la più celebre pillola blu (o quella gialla) per risolvere problemi di erezione.L’hanno messa a punto alcuni ricercatori dell’Università Federico II. La pillola si chiama Tradamix ed è un mix di sostanze naturali che non comportano, quindi, effetti collaterali ma garantiscono efficacia e sicurezza fin dalla prima settimana di assunzione. La pillola è già stata brevettata e si trova in commercio nelle farmacie, va assunta ogni dodici ore per almeno 60 giorni e promette di offrire un miglioramento generale del desiderio e dell’energia sessuale. (Fonte Pagine Mediche)
A presentarla sono stati Fabrizio Iacono e Domenico Preziozo, professori di urologia dell’ateneo partenopeo che hanno chiarito che la pillola è compatibile con altri farmaci e svolge una funzione anti-aging piuttosto che un’azione terapeutica nei confronti dei sintomi della disfunzione erettile.In altre parole, non serve tanto per curare il problema ma per prevenirlo e favorire una buona vita sessuale, anche nella vecchiaia. __________________________________ Le terapie per la Disfunzione ErettileIl meccanismo dell’erezione può essere alterato da molteplici fattori, in alcuni casi anche concomitanti, quali traumi chirurgici, fattori di rischio vascolare e patologie croniche (diabete, ipertensione, angina pectoris colesterolo, trigliceridi alti, depressione, alcol, fumo di sigaretta). «Parlando di DE - spiega Vincenzo Gentile, Presidente SIA - va ricordato che alcuni dei fattori che possono essere causa di questa patologia sono facilmente controllabili. Adottare stili di vita più corretti, rinunciando cioè al fumo e all'eccessivo consumo di alcolici, e seguire scrupolosamente le indicazioni del proprio medico curante, qualora si soffra ad esempio di diabete o di ipertensione, possono contribuire a prevenire il deficit erettivo». LA TERAPIA ORALE: I PDE5 INIBITORI CONFRONTO TRA GLI INIBITORI DELLA PDE5
Un’ulteriore opzione terapeutica, proposta di solito come ultima risorsa nel caso in cui tutti gli altri trattamento abbiano fallito, è l’impianto di una protesi peniena. Le protesi moderne sono efficienti ed affidabili, ed in pazienti adeguatamente motivati possono risolvere anche i casi di DE più severi.Bisogna sottolineare, però, come sia sbagliato indirizzare immediatamente alle terapie di secondo livello un paziente in cui i PDE5i sembrano inizialmente fallire. In alcuni casi, infatti, questi medicinali vengono giudicati inefficaci non perché il paziente sia davvero resistente, ma perché non sono stati assunti secondo i tempi e le modalità più corrette. È importante che sia uno specialista a valutare l’effettiva necessità di passare a terapie di secondo livello, magari dopo aver riproposto l’assunzione dei PDE5i per un più accurato periodo di prova.LA TERAPIA PISCOSESSUALE _____________________ Eiaculazione precoce.Il maschio a pezzi. Da quando, negli anni Sessanta, la rivoluzione sessuale ci ha consegnato una donna finalmente capace di riscoprire il piacere della propria sessualità, consapevole dei propri desideri e delle proprie esigenze, il mondo del maschio, costruito su solide basi di anni di predominio ed egoismo sessuale assoluti, è crollato come un gigante dai piedi di argilla. La pillola anticoncezionale è stata considerata il simbolo della rivoluzione dei costumi, poiché per la prima volta il sesso poteva essere separato nettamente dalla procreazione. La causa di questa rivoluzione copernicana ha fondamentalmente una motivazione ben precisa: la scoperta da parte della donna di poter giudicare la qualità della sessualità del proprio compagno e, soprattutto, di poter pretendere pari dignità.In questo arco temporale così breve, fondamentale è stato anche il ruolo della medicina e degli specialisti. Il ginecologo ha saputo accompagnare in questo percorso di motivazione la donna sin dall’adolescenza e con il forte supporto della figura materna. Al contrario, il maschio non ha avuto uno specialista di riferimento e i padri hanno ancora oggi grandi difficoltà culturali a dialogare con i propri figli su queste tematiche così delicate. Altra grande assente è l’educazione sessuale nelle scuole medie inferiori, il periodo più fertile per l’apprendimento. Eiaculazione PrecoceIl problema dell’Eiaculazione Precoce è assai diffuso: si stima, infatti, che siano circa 4 milioni gli italiani a dover fare i conti con «l’amore che non aspetta». Un dato importante, che fa dell’Eiaculazione Precoce la disfunzione sessuale maschile maggiormente diffusa, più della Disfunzione Erettile (o impotenza, come si diceva una volta).Ma se quest’ultima, grazie anche alle terapie che nel tempo si sono rese disponibili, è un problema conosciuto da parte di chi ne è affetto e, soprattutto, viene affrontato con il medico, non altrettanto si può dire per l’Eiaculazione Precoce. Chi soffre di questo disturbo, infatti, non conosce il problema, ritenendolo un fatto quasi esclusivamente psicologico e trascurando invece le cause congenite e organiche. Non solo.La questione, per imbarazzo e vergogna, non è affrontata né con il medico né tanto meno con la partner, con inevitabili ripercussioni negative sulla qualità della vita.Nella maggior parte dei casi, l’Eiaculazione Precoce ha una soluzione e spesso ciò significa ritrovare il piacere di stare insieme con la propria compagna e riaccendere la passione dell’amore. Non curarla significa invece che con il tempo l’amore si allontana, la fiamma della passione si spegne e gli uomini che ne sono colpiti rimangono spesso soli e frustrati.
Eiaculazione Precoce o EP. Di cosa stiamo parlando? Chi ha questo tipo di disturbo risponderebbe che l’EP è un problema di tempo, di durata. Duro troppo poco e in meno di un minuto arrivo a eiaculare. È quello che normalmente dicono i pazienti quando, finalmente, si decidono ad andare dal medico.La risposta è però fortemente incompleta. Per definire di che cosa stiamo parlando il tempo è solo un aspetto. Fondamentali sono anche due altri elementi: il controllo e il disagio personale e di coppia.L’EP è infatti una disfunzione sessuale il cui tratto distintivo è la scarsa capacità dell’uomo di controllare il momento dell’eiaculazione.Questo porta a eiaculare velocemente e prima di quando realmente lo si desideri, con un conseguente disagio sia a livello personale (per esempio, ansia e frustrazione non solo in lui, ma anche in lei) sia, soprattutto, nell’ambito della relazione di coppia.Si è in presenza quindi di un problema di Eiaculazione Precoce quando coesistono questi tre elementi:• Un tempo breve per raggiungere l’eiaculazione. Infine, tra le altre cause della forma secondaria vengono considerate anche quelle di natura psicologico/situazionale, tra cui la nota ansia da prestazione e altri motivi quali, per esempio, il senso di colpa per una relazione sessuale extraconiugale. Data pubblicazione17 giugno 2010 _______________________ Disturbi del desiderio sessuale (ipoattivo e da avversione)Il campo su cui la medicina della sessualità non è riuscita del tutto ad imporsi è la componente del desiderio, senza la quale nessun atto sessuale si può compiere.Nel maschio, ad oggi con l’avvento degli inibitori della fosfodiesterasi di tipo 5, i problemi di erezione nella maggioranza dei casi vengono risolti, ma se a monte c’è un disturbo del desiderio neanche la farmacoterapia è efficace. La fase del desiderio infatti, è modulata da un complesso meccanismo psiconeuroendocrino, nonché relazionale che condiziona le fasi successive. E’ importante ricordare che con Helen Kaplan le fasi del comportamento sessuale sono state riconosciute nel modello DEPOR, acronimo di: Desiderio, Eccitazione, Plateau, Orgasmo, Risoluzione. Il desiderio quindi, sta all’apice di questa scala crono-gerarchica. Da un punto di vista endocrino il testosterone è il principale ormone che innesca il desiderio, insieme anche ad un’azione dopaminergica, ma più verosimilmente è l’aspetto relazionale e di coppia a giocare un ruolo centrale.Il calo del desiderio o desiderio sessuale ipoattivo è molto spesso legato alle contingenze ambientali, che vanno da una malattia invalidante al conflitto di coppia, fino alla dipendenza da sostanze o all’uso di farmaci psicotropi. Il desiderio sessuale ipoattivo può certamente essere di tipo situazionale, ma quando vi è una elevata ricorrenza si varca il confine della patologia trasformandosi in DDSI: disturbo da desiderio sessuale ipoattivo.Il manuale di nosografia psichiatrica più usato al mondo definisce il DDSI come una situazione in cui ci sono “fantasie sessuali e desiderio di attività sessuale persistentemente o ricorrentemente carenti o assenti…” (DSM IV TR, 2004).Questa classificazione diagnostica, include anche una forma di disagio che il paziente vive per il suo totale disinteresse per tutto ciò che riguarda la sessualità, sia in atto che in potenza. Un'altra forma di patologia del desiderio è il disturbo da avversione sessuale che si manifesta attraverso un evitamento e un’avversione di qualsiasi possibile contatto con i genitali del proprio partner. Ciò che caratterizza il disturbo da avversione sessuale è l’elemento fobico nei confronti della sessualità.La persona con disturbo da avversione sessuale, cerca di evitare in ogni modo situazioni considerate equivoche e di tipo sessuale, per non rischiare di trovarsi a disagio, se non addirittura in una condizione di vero e proprio panico. Molto spesso dunque, il disturbo da avversione sessuale è originato o si accompagna a tratti fobici, d’ansia e anche traumatici.Quando in una persona o in una coppia la patologia del desiderio diviene intollerabile, il sessuologo viene chiamato in causa. A questo punto il trattamento può orientarsi su vari fronti, anche rispetto alle possibili cause. Spesso c’è un conflitto di coppia da risolvere, oppure se è l’abitudinarietà quotidiana a spegnere il desiderio l’intervento sarà rivolto all’introduzione di elementi di novità per la coppia.A volte invece basta vietare ai partner ogni pratica sessuale, e paradossalmente il desiderio riaffiora. Nei disturbi d’avversione sessuale, gli interventi terapeutici, si integrano con i trattamenti cognitivo-comportamentali nel caso di elevati tratti fobici o ansiosi, oppure con un’indagine psicodinamica nel caso vi siano cause traumatiche. A cura del Dott. Giacomo Ciocca - Corso di Laurea in Sessuologia - Università dell'Aquila (coordinatore Prof. E. A. Jannini)
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