Come rigenerare i denti e ridare lucentezza al sorriso |
Scritto da Enzo | |||||
luned́ 29 settembre 2008 | |||||
WWW.ROBEDAMATTI.NET Cesena, 11.10.2008 TUTTE LE INFORMAZIONI RIPORTATE SONO QUANTO DI MEGLIO POSSIAMO TROVARE IN CAMPO MEDICO, MA RESTA CHIARO CHE I CONSIGLI FORNITI NON POSSONO E NON DEVONO SOSTITUIRE MEDICI E SPECIALISTI. WWW.ROBEDAMATTI.NET SCONSIGLIA IL "FAI DA TE" E DECLINA QUALSIASI RESPONSABILITA' DIRETTA E/O INDIRETTA. (Le notizie provengono da Pagine Mediche e sono aggiornate settimanalmente). _____________________________________________________________ Denti bianchi e belli(Notizie provenienti da Pagine mediche.) Un sorriso smagliante illumina il viso ed è un ottimo “biglietto da visita” nelle relazioni interpersonali. Per questo motivo tutti vorrebbero avere sempre dei denti bianchi e belli.
DENTISTI: IN ITALIA 15. 000 ABUSIVI, AFFARE DA 720 MLN (AGI) - Roma, 19 dic. - Un giro d'affari enorme, un'illegalita' diffusa e rischi concreti per la salute dei pazienti. Il fenomeno dei dentisti abusivi in Italia e' in crescita: attualmente si stima siano almeno 15.000, con un giro d'affari di 720 milioni di euro l'anno, naturalmente in nero. Solo nel 2009 i Nas hanno riscontrato 550 violazioni, cento in piu' dell'anno precedente. Sono le cifre contenute nel Libro bianco sull'esercizio abusivo della professione presentato oggi a Roma dalla Commissione Albo Odontoiatri della Fnomceo. Nei primi nove mesi del 2009, ha spiegato il presidente della CAO Giuseppe Renzo, i Nas hanno chiuso 121 strutture abusive, in pratica una ogni tre giorni, che erogavano qualcosa come 58.080 cure l'anno, per un giro d'affari di 5 mln 808.000 euro. "Ma i numeri sono molto piu' grandi di cosi' - denuncia Renzo - e i 15.000 esercenti abusivi forniscono ogni anno 7 milioni 200.000 cure a pazienti ignari, con enormi rischi per la loro salute dentaria e non solo". Perche' se a curare la bocca e' un abusivo, le possibilita' di infezioni aumentano: "Non c'e' dubbio che il fenomeno dei falsi dentisti incide sulla diffusione di infezioni gravi come l'epatite B e C, l'Aids, ma anche l'Erpes, il Citomegalovirus, i Prioni, i batteri e virus saprofiti del cavo orale". E nel periodo 1986-2001 "si registrano 50.000 casi di incidenti a operatori sanitari". Un problema, quello dell'abusivismo, collegato ovviamente "al fenomeno delle lauree false, su cui - denunciano gli odontoiatri - hanno messo gli occhi le grandi organizzazioni criminali. Ogni hanno si danno migliaia di lauree da universita' che non hanno i titoli, magari romene, gente che poi, senza titoli, mettera' le mani in bocca ai pazienti". Pazienti che sono italiani, ma anche "molti immigrati, cinesi, cingalesi, che si fanno curare i denti in scantinati senza alcuna protezione igienica". Contro quella che definiscono "una vera piaga" gli odontoiatri propongono "la depenalizzazione dell'articolo 348 del codice penale, l'esercizio abusivo della professione, che viene applicato poco e male. Invece si potrebbe derubricare il reato a livello amministrativo, consentendo l'effettivo sequestro di strutture e attrezzature che potrebbero essere date a strutture pubbliche per garantire le cure ai cittadini non abbienti". - Cardiologia L’ipertensione ‘nemica’ di ben 12 milioni di italianiCefalea, sensazione di testa pesante, ronzii alle orecchie, vertigini, perdita di sangue dal naso: sono solo alcuni dei sintomi dell’ipertensione, una patologia di cui soffre un numero sempre maggiore di persone in tutto l’occidente. I più colpiti sono gli anziani: per gli over-50 l’ipertensione è, infatti, tra le cause principali di mortalità, poiché provoca problemi al sistema cardiocircolatorio, procurando ictus ed infarti. Sono, attualmente, 60 milioni gli ipertesi nel mondo, il 25% degli over-50 ne soffre e la percentuale sale al 50% per gli over-65. Nel Belpaese sono 12 milioni gli affetti da questa patologia. I rischi, inoltre, aumentano perché il 70% degli ammalati non segue una cura corretta e stabile, dovendo in molti casi combinare i farmaci contro l’ipertensione con altri medicinali. La notizia allarmante è il dilagare tra i giovani della patologia. Le cause sono, in questo caso, legate alle cattive abitudini di vita e alimentari: fumo, alcol, ritmi di vita stressanti e cibo ricco di sale e grassi sono tra i principali fattori che causano il fenomeno. A tutto questo si aggiunge, tra l’altro, l’aumento del consumo di droghe. Per questo motivo i medici, riunitisi recentemente in una tavola rotonda sull’argomento ‘Incidenza, prevalenza e costi nelle terapie innovative dell'ipertensione’ hanno ipotizzato soluzioni che possano curare e, in alcuni casi, prevenire la malattia. I pediatri potrebbero iniziare a misurare la pressione arteriosa già in età neo-natale, infantile ed adolescenziale, in modo da tenere sotto controllo eventuali cambiamenti e/o mutazioni. È stato calcolato, infatti, che il 3% dei bambini tra 0 e 10 anni è colpito da ipertensione, e tra gli 11 ed i 18 anni la percentuale sale al 9%. E il rischio è di non sapere di soffrire di questa patologia, come avviene a circa il 30% dei giovani. I medici hanno ipotizzato tecniche alternative per curare la patologia: il problema è che spesso è lo stesso medico a sbagliare la terapia, e in alcuni casi si utilizzano farmaci poco adatti. Il 60% degli ipertesi usa un farmaco che combina due molecole. Questo condiziona negativamente il tipo di terapia: mentre nel caso delle combinazioni libere è possibile prescrivere qualsiasi prodotto, nel caso di combinazioni ‘obbligate’ le uniche confezioni a disposizione sono sostanzialmente quelle con i diuretici. Ciò limita la possibilità di trovare una cura efficace che, ovviamente, cambia da paziente a paziente. La necessità sarebbe quindi quella di utilizzare tecniche nuove, anche sperimentali, che portino maggiore libertà nella cura ma anche una maggiore garanzia per i malati. A questo si dovrebbe associare, naturalmente, una costante attenzione agli stili di vita da parte del paziente. Cardiologia IpertensioneQuali sono le cause? - Quali consigli agli ipertesi? - Cos'è? - Cos'è la massima? - Cos'è la minima? - Quale delle due è più pericolosa? - Quanto è diffusa? - Quali sono i sintomi? - Quali sono le conseguenze? - Quali sono i farmaci in grado di controllarla? Quali sono le cause? Nella maggior parte dei casi la causa è sconosciuta (ipertensione essenziale o primaria). A volte può dipendere da altre patologie, per esempio un'insufficienza renale o alcuni tipi di tumori che producono quantità eccessive di ormoni che alzano la pressione (ipertensione secondaria). Il 1999 è stato l'anno in cui l'Organizzazione Mondiale della Sanità, d'intesa con l'International Society of Hypertension, ha reso note le nuove linee-guida per il trattamento dell'ipertensione. Le linee consigliano di iniziare la terapia antipertensiva attraverso modificazioni dello stile di vita (riduzione del peso corporeo, riduzione dell'eccesso di sale nella dieta, maggior consumo di cibi di natura vegetale, abolizione del fumo, correzione delle abitudini alcoliche, incremento dell'attività fisica), prima di passare ad un trattamento farmacologico. Le linee-guida apportano anche un "ritocco" verso il basso dei valori pressori massimi consentiti nella norma: 130/85 e non più 140/90 mmHg. Ciò significa allontanarsi quanto è più possibile dai rischi di complicanze. Si pensi solo che, passando da una "minima" di 90 a una di 105, aumenta di 2,5 volte il rischio di eventi coronarici e di 4 volte quello di eventi cerebrovascolari. Ai reduci da un infarto recente va sottolineato che generalmente i livelli di pressione, anche se erano elevati o molto elevati prima dell'infarto, tendono a normalizzarsi durante la degenza e per un periodo più o meno lungo anche dopo la dimissione. Ciò è dovuto ad una serie di fattori, che vanno dalla stessa lesione del muscolo cardiaco alla immobilità assoluta o riduzione dell'attività fisica, alle terapie effettuate. E' inevitabile che la pressione, se era alta prima, presto o tardi dopo l'evento infartuale tornerà a crescere. E' molto importante, quindi, che dopo l'infarto la pressione sia tenuta costantemente sotto controllo, poiché l'ipertensione è un importante fattore favorente un ulteriore evento coronarico.
Cos'è? E' una condizione caratterizzata da un innalzamento stabile dei valori della pressione del sangue. Nell'adulto si considera ottimale una pressione di 80-120 mmHg. Si parla di ipertensione quando i valori sono uguali o maggiori di 90-140 mmHg. Cos'è la massima? La pressione sistolica (massima) è la forza che il sangue esercita sui vasi quando il cuore si contrae e pompa. Cos'è la minima? La pressione diastolica (minima) è registrata quando il cuore si rilascia per riempirsi nuovamente di sangue. Quale delle due è più pericolosa? Sorprese dalla ricerca clinica: è la "massima" da tenere principalmente sotto controllo. Rispetto alle convinzioni del passato, che indicavano nei parametri della pressione diastolica (la "minima") il principale fattore di rischio, è emerso con forza che l'attenzione che bisogna prestare alla "massima" viene dall'importanza che si annette, tra i fattori di rischio, alla pressione differenziale (i millimetri di mercurio che intercorrono tra la sistolica e la diastolica). Infatti, man mano che aumenta l'età - spiegano gli ipertensiologi, come intendono oggi definirsi quei medici che, oltre a far ricerca, abbiano anche grande esperienza clinica nel campo dell'ipertensione - la pressione sistolica continua a salire, mentre al contrario quella diastolica a ridursi. Quanto è diffusa?Secondo le statistiche, in Italia soffrono di ipertensione dieci milioni persone, ma secondo gli esperti ne esistono altre cinquemila che, senza saperlo, sono colpite dalla malattia. Quali sono i sintomi? Di solito l'ipertensione non dà sintomi, e viene scoperta in occasione di un controllo. A volte può dare: lieve dolore alla nuca, soprattutto al mattino, affaticamento, sangue dal naso (epistassi), disturbi della vista, palpitazioni, vertigini, stimolo frequente a urinare. Quali sono le conseguenze? La responsabilità dell'ipertensione arteriosa nell'incidenza d'eventi cardiovascolari è nota da molti anni, a seguito di approfondimenti epidemiologici su popolazioni. Si calcola, infatti, che il rischio di essere colpiti da una malattia coronarica sarebbe doppio negli ipertesi rispetto ai normotesi, e che il rischio di accidenti vascolari cerebrali sarebbe addirittura otto volte maggiore. L'ipertensione induce insufficienza cardiaca più spesso nelle donne, negli obesi e nelle popolazioni di colore. Alla conclusione sono giunti ricercatori dell'università dell'Illinois, Chicago, dopo aver esaminato le cartelle di 680 pazienti con insufficienza cardiaca. Nei soggetti monitorati, il 25% delle insufficienze cardiache avevano avuto come prima causa l'ipertensione. Tra le donne, però, questa causalità ricorreva nel 34% dei casi (contro il 21% degli uomini); il divario era ancora più netto tra afro - americani e bianchi (40% contro 7%) e tra obesi e non (45% contro 18%). Ad ogni modo, sicuramente l'alta pressione arteriosa è responsabile, da sola o in concorso con altri fattori, di un diffuso danno delle pareti dei vasi e del cuore stesso (l'ipertrofia del ventricolo sinistro) e di un'accelerazione del processo aterosclerotico. Attraverso questi meccanismi, essa è in grado di determinare o favorire le malattie coronariche, come l'angina e l'infarto, l'ictus cerebrale, lo scompenso cardiaco, le aritmie, l'insufficienza renale, la patologia ostruttiva dei vasi degli arti inferiori, la patologia vascolare dell'occhio. Dagli studi di popolazioni appare verificata anche la relazione inversa: più è bassa la pressione, più aumenta la durata della vita e migliora la sua qualità. Quali sono i farmaci in grado di controllarla? L'impiego dei farmaci, i cui effetti collaterali possono rappresentare un ostacolo per un'assunzione a lungo termine, e la realtà sanitaria di molti paesi, che non favorisce l'instaurarsi di un prolungato rapporto medico-paziente, sono fattori che costituiscono una condizione fondamentale per mantenere una buona adesione del paziente stesso alla terapia. ___________________________________ Dall’Associazione Italiana per lo Studio del Fegato, 10 regole per la salute del fegato in estate.2 milioni e mezzo di persone con epatite B e C, 21.000 decessi all’anno per cirrosi o tumore, malattie epatiche come principale causa di morte nella fascia d’età tra i 35 e i 44 anni: questi i numeri delle patologie che colpiscono il fegato in Italia.
CELLULITE. Fatta la diagnosi, che fare? Contrariamente a quanto si crede, la cellulite non è solo un disturbo estetico, ma rappresenta una vera e propria patologia del microcircolo, ovvero di quella parte di piccoli vasi che uniscono le arterie alle vene e si trovano nel sottocute. La definizione corretta, secondo G.B.Curri è P.E.F.S.: pannicolopatia ?edemato- fibro-sclerotica. L'acronimo sottolinea il carattere di malattia (pannicolopatia) a carico del tessuto adiposo sottocutaneo, che va da semplici stati di ritenzione idrica (edema) a fasi gradualmente ingravescenti fino alla fibrosi e poi sclerosi dei tessuti. La causa risiede in molti fattori, noti da tempo: alimentazione, abitudini di vita, familiarità, alterazioni ormonali? Il grado della cellulite va da uno stadio di edema, semplice ritenzione di acqua, fino a processi sempre più severi e più difficilmente reversibili (aspetto a buccia d'arancia) e lesioni permanenti (sclerosi), che clinicamente sono evidenti come nodosità dolenti e dure del sottocute (aspetto a materasso). Le donne sono più colpite degli uomini per ovvi fattori ormonali. La diagnosi è clinica, ma spesso è necessario eseguire esami particolari (capillaroscopia, termografia) per valutarne il grado e la possibilità terapeutica. TopFatta la diagnosi, che fare?Occorre anzitutto dire che non esiste oggi, prevenzione a parte, un metodo risolutivo ed definitivo, ma tanti metodi, idonei, per certi stadi e per certe forme di cellulite, a ridurre i fastidi estetici e la sintomatologia (pesantezza alle gambe, soprattutto perimestruale, dolore, gonfiore, crampi, bruciore, prurito, nodosità). L'elettrolipolisi consiste nell'uso di corrente elettrica applicata attraverso aghi nel sottocute che hanno lo scopo di ridurre il tessuto cellulitico. L'idrolipoclasia consiste nell'uso di ultrasuoni per ridurre i noduli della celle cellulite che determinano l'aspetto a buccia d'arancia e a materasso. La mesoterapia sfrutta l'effetto di alcuni farmaci, omeopatici o tradizionali, che iniettati nel sottocute, svolgono azione terapeutica sul microcircolo, attivandolo e favorendone gli scambi metabolici. La pressoterapia e il linfodrenaggio rappresentano ottimi metodi antiedemigeni, se in mani esperte. L'ozonoterapia sfrutta le proprietà di un gas, l'ozono, che ha la capacità di migliorare l'ossigenazione del microcircolo, apportando materie nutritive e disperdendo i cataboliti delle cellule. In tal modo si migliora la microcircolazione e i disturbi legati alla sua alterazione. La carbossiterapia sfrutta l'effetto vasodilatatore dell'anidride carbonica per migliorare la microcircolazione. La liposuzione e la liposcultura hanno un effetto riducente sui cuscinetti e masse adipose in eccesso che non rispondono a terapie mediche. Si tratta di metodiche generalmente indolori, povere di rischi ed effetti collaterali. Esistono infine altre metodiche, tutte valide, la cui efficacia è definita dalla scelta: ad ogni stadio e tipo di cellulite, esiste un corrispettivo terapeutico. L'importante è poter trovare la metodica giusta per la patologia e lo stadio correttamente diagnosticati. Ovviamente una buona terapia non prescinde dalla dieta, dalle abitudini di vita (abolizione del fumo e della vita sedentaria ecc.), dalle terapia farmacologiche in atto (pillola) e da altri fattori neuro-ormonali da prendere in considerazione caso per caso. ___________________________________ SUCCHIARE VIA IL GRASSO Se si è in soprappeso, ma si hanno soltanto dei cuscinetti di grasso e non si è ancora arrivati allo stadio di pura cellulite, per disfarsi del grasso in eccesso ci si può far aiutare dalla liposuzione. La liposuzione è un vero e proprio intervento chirurgico, quindi con tutti i problemi che un'operazione può comportare, ma, se eseguita da mani esperte, può donare al vostro aspetto fisico una nuova giovinezza. Chi può sottoporsi a liposuzione e chi no? Questo intervento è consigliato a chi non ha grossi accumuli di grasso ed ha invece una pelle ancora abbastanza elastica, in modo da poter recuperare dopo l'intervento. Va da chiarire, però, che se si continua a mangiare e non si fa attività fisica, anche dopo la liposuzione si continuerà ad ingrassare. La liposuzione è sconsigliata invece a chi soffre di vene varicose, flebiti, problemi cardiocircolatori, ipertensione, diabete, patologie renali. Queste patologie, infatti, aumentano il rischio dell'intervento. La liposuzione è essenzialmente diretta al pubblico femminile, perché tratta alcune zone del corpo, quali cosce, glutei, fianchi, ginocchia, in cui il grasso si accumula più facilmente a causa degli estrogeni, gli ormoni femminili, che provocano ritenzione idrica e quindi rallentano la microcircolazione sanguigna fino a causare la comparsa della cellulite. La liposuzione risolve una parte di questi inestetismi, ma bisogna fare attenzione al medico a cui ci si rivolge. Per essere sicuri che lo specialista è un esperto, basta tenere presente alcuni consigli: assicuratevi che sul suo ricettario ci sia scritto "specialista in chirurgia estetica"; non tutti i chirurghi sanno come manovrare gli strumenti per la liposuzione e molti incidenti durante le operazioni sono avvenuti proprio per questo motivo; assicuratevi che durante l'intervento sia sempre a disposizione un anestesista; l'anestesia può comportare dei rischi e, quindi, è necessario che lo specialista sia presente per prendere provvedimenti; non credete a chi vi promette mari e monti, fidatevi invece di chi vi illustra anche i limiti di questa operazione; chiedete cosa comprende il prezzo esplicitamente; a volte è solo l'onorario del medico e ricordate che un prezzo basso non è sempre sinonimo di scarsa professionalità.Prima dell'intervento, il medico vi farà effettuare degli esami, per vedere se tutto è a posto: elettrocardiogramma, esami del sangue e delle urine e, nel caso di eventuali altre malattie, degli esami particolareggiati ed approfonditi. L'intervento dura solitamente, a seconda del grasso da eliminare, dai 40 minuti alle 3 ore e può essere effettuato in anestesia locale, peridurale o generale. L'intervento si svolge così: il chirurgo effettua dei taglietti di qualche millimetro nei quali inserisce le cannule di aspirazione; queste cannule frantumano il grasso depositato e contemporaneamente lo aspirano. Alla fine dell'intervento, i taglietti vengono richiusi con il filo di sutura e le gambe avvolte in una guaina elastica per contenere il rilassamento della pelle. I punti vengono solitamente tolti dopo circa una settimana, mentre la guaina, che durante la prima settimana viene tenuta giorno e notte, dopo aver tolto i punti si deve indossare per tutto il giorno e toglierla durante la notte per almeno un mese. Il costo dell'intera operazione si aggira tra i 2000 ed i 4000 euro. ___________________________________ Uso dei plantari. In questi casi la cellulite trae giovamento anche dall'uso di un plantare. In commercio ne esistono molti già confezionati, ma non sono mai personalizzati sul caso specifico.Per questo, prima di prescrivere un plantare è indispensabile eseguire un esame innocuo e indolore: la Baropodometria Computerizzata con Stabilometria.Il paziente cammina su una pedana dotata di sensori di pressione in grado di analizzare i carichi sia in statica che in dinamica e di trasmetterli ad un computer. Si rilevano in tal modo le alterazioni fra destra e sinistra, sia da fermi che camminando, la distribuzione fra retropiede e avampiede, gli appoggi metatarsali e dei talloni. Con l'ausilio di una telecamera digitale computerizzata si valutano anche i baricentri di equilibrio.I dati così ottenuti vengono trasferiti direttamente dal computer alla fresa (sistema CAD-CAM), che confeziona direttamente una coppia di plantari personalizzati sul difetto specifico da inserire nelle scarpe di comune uso.
RisultatiQuesta terapia funzionale porta nell'arco di poche settimane ad un miglioramento della postura e della deambulazione favorendo il ritorno venoso e linfatico degli arti inferiori; solitamente si ha un beneficio anche sui disturbi della schiena e sul gonfiore. Uno dei primi disturbi a regredire sono proprio i dolori plantari e i duroni. La cellulite tende a migliorare per effetto sul sistema venoso e linfatico. Il plantare è già riconosciuto come forma di terapia nelle insufficienze venose e nel linfedema da più di un decennio. La baropodometria e il sistema CAD-CAM hanno poi incrementato la funzionalità e l'efficacia della terapia plantare, indirizzandola in maniera sempre più specifica anche sulla cellulite, di cui iniziano ora a comparire i primi lavori scientifici. ___________________________________ TOSSICODIPENDENTI IN CURA COSTANO 1. 600 EURO ANNO Roma - L'accesso quotidiano ai Servizi di un tossicodipendente intenzionato al recupero si attesta sui 1.500 -1600 euro l'anno, costo che viene abbattuto a 50-60 euro annui se l'accesso e' limitato a una volta al mese, optando per la soluzione dell'affido terapeutico, che permette al personale sanitario addetto ai Servizi per la Tossicodipendenza (Ser. T.) di consegnare al paziente una quantita' di farmaco sufficiente ad autogestire la terapia. Un risparmio notevole che riduce i costi a carico del Servizio sanitario nazionale (SSN) e, nel contempo, migliora la qualita' della vita dei pazienti (secondo il 67% dei medici). Lorenzo Mantovani, Direttore della ricerca al Centro di Farmaeconomia CIRFF, Universita' Federico II, nel corso dell'incontro 'Tossicodipendenza: la terapia della fiducia' tenutosi oggi a Roma, ha inoltre approfondito il confronto tra i costi della terapia sostitutiva con la sola buprenorfina e con la sua associazione con naloxone: 'l'analisi costo/utilita' ' spiega Mantovani ' mostra una situazione di dominanza economica del farmaco di associazione nei confronti della sola buprenorfina. Intraprendere un trattamento con buprenorfina/naxolone determina un notevole risparmio annuo per il SSN superiore a 650 euro a paziente trattato. Tale risparmio ' continua Mantovani - e' costituito dal ridotto tasso di supervisione richiesto dai pazienti trattati con il farmaco di associazione, grazie all'effetto protettivo esercitato da naloxone sul rischio di diversione (produzione di un grave discomfort nel caso di iniezione endovenosa)'. Una soluzione migliore per il paziente, che riduce costi e rischio di un mercato parallelo delle sostanze terapeutiche e che permette agli operatori sanitari dei 567 Ser. T. in Italia di concentrarsi sui casi piu' gravi e complicati. _______________________________________________ L'INFARTO E' PIU' FREQUENTE D'INVERNO New York - Meglio il clima mite per i malati di cuore. Le temperature fredde aumentano i livelli di infiammazione nel corpo e questo potrebbe aiutare a spiegare come mai le morti per cause cardiovascolari aumentano nei mesi invernali, secondo una nuova ricerca condotta in Germania. Lo studio ha analizzato un gruppo di adulti con una storia di infarto. Gli scienziati hanno osservato che cinque giorni consecutivi di freddo particolarmente intenso avevano portato a un aumento dei livelli nel sangue di due marker di infiammazione (la proteina C-reattiva o Crp e la interleuchina-6), mentre i livelli di un altro marker di infiammazione, il fibrinogeno, erano saliti dopo soli 3 giorni di freddo rigido. Il team della Dr.ssa Alexandra Schneider dell'Helmholtz Zentrum Muenchen presso il German Research Center for Environmental Health di Neuherberg ha misurato i livelli dei tre marker di infiammazione in circa 1.000 adulti che avevano sofferto di infarto nei sei mesi precedenti. L'aumento dei livelli di infiammazione si rilevava con un calo delle temperature di 10 gradi Celsius. Il freddo rigido, sostiene il team della Schneider sulla rivista Epidemiology, potrebbe anche innescare dei processi che rendono il sangue piu' denso, aumentando le probabilita' di formazione di trombi. _______________________________________________ TIROIDE: AUMENTANO I TUMORI MA CALA LA MORTALITA' Reggio Emilia - Piu' di 150 persone hanno preso parte a Reggio Emilia allo screening gratuito organizzato a margine del convegno "Prevenzione Ad Arte" promosso da AIBAT (Associazione Italiana Basedowiani e Tiroidei), l'associazione di volontariato che sostiene e informa i pazienti affetti da patologie tiroidee, dal Centro Malattie della Tiroide dell'Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia, dall'Assessorato alla Cultura e Sport del Comune di Reggio Emilia, in collaborazione con Officina delle Arti e il Centro Internazionale Loris Malaguzzi-Atelier Raggio di Luce. Quattro medici hanno lavorato per tutto il giorno con il supporto di due macchinari messi a disposizione da Esaote. Roberto Valcavi, primario di endocrinologia dell'Arcispedale di Santa Maria Nuova, ha riferito che sono stati individuati alcuni casi sospetti, passibili di ulteriori approfondimenti, e moltissimi casi di alterazioni estremamente comuni, circa il 50 per cento, come tiroidite o cisti di tipo benigno: questi interessano il 20 per cento della popolazione, ma la percentuale sale notevolmente con l'eta'. Negli ultimi anni, ha detto lo specialista, sono stati accertati 25 nuovi casi di tumore/anno per 100mila abitanti, in aumento rispetto ai 15 di dieci anni fa: ma la diffusione della cultura della prevenzione fa si' che i tumori siano scoperti a uno stadio iniziale e siano quindi piu' curabili. "La mortalita' per tumore si e' ridotta, anche se e' aumentato il numero dei casi - spiega. - Diagnosticandoli precocemente, anche se ne diagnostichiamo di piu', curiamo piu' pazienti, ottenendo la guarigione in una larghissima percentuale di casi". Il convegno di Reggio Emilia e' stato teatro ieri e oggi del primo evento pubblico che collega prevenzione, arte e nuove tecnologie. "Il progetto - spiega Emma Bernini, Presidente AIBAT - ha un forte taglio innovativo. L'idea e' nata dal fatto che di solito le cose della salute hanno sempre una dimensione abbastanza grigia, mentre volevamo unire all'informazione medica di alto livello, anche se con una comunicazione semplice perche' diretta ai pazienti e alle famiglie, l'intrattenimento: non dare alla malattia solo un connotato tetro ma legarla alla creativita' e anche alla bellezza, fatta salva la corretta informazione medica". Le comunicazioni scientifiche al convegno di ieri (coordinate dal professor Italo Portioli, direttore scientifico dell'Arcispedale Santa Maria Nuova, hanno visto come relatori il dottor Roberto Valcavi, uno degli endocrinologi italiani piu' noti a livello internazionale, la dottoressa Lucia Mangone, direttore del registro tumori di Reggio Emilia e il dottor Plinio Amendola, dell'Istituto nazionale per la cura dei tumori di Milano). Per l'intrattenimento, esecuzioni di brani di Astor Piazzolla, Jacques Ibert e Hector Villa Lobos. _______________________________________________ EPILESSIA, SCIENZIATI USA SCOPRONO L'ENIGMA Parigi - Era uno dei piu' intricati "enigmi" dell'epilessia, ora un team di scienziati Usa annuncia una scoperta che potrebbe avere conseguenze decisive nella ricerca di nuove terapie. Gia' nel secolo scorso alcuni esperimenti avevano riscontrato che con la respirazione di biossido di carbonio un paziente epilettico vedeva potenziati i livelli di acidi nel cervello migliorando nella malattia fino a guarire, anche se l'interruttore molecolare per il raggiungimento di questo obiettivo era sempre stato avvolto nel mistero. Negli esperimenti sui topi, gli scienziati della University of Iowa ritengono di aver trovato il meccanismo. Un canale noto come ASIC1a, che si trova sulla superficie delle cellule cerebrali, si apre in risposta a livelli piu' elevati di acido e ammette atomi noti come ioni. Questo a sua volta attiva altre cellule cerebrali che bloccano il progredire della malattia. I ricercatori hanno utilizzato kainate, un prodotto chimico utilizzato per innescare convulsioni, a roditori che non avevano l'ASIC1a, o erano stati geneticamente modificati per togliere loro i canali per gli ioni. i topi senza il canale ASIC1 hanno avuto crisi epilettiche piu' severe e molto piu' lunghe. "Abbiamo riscontrato - chiarisce il ricercatore Adam Ziemann, a guida dello studio che e' stato pubblicato sul Nature Neuroscience - che ASIC1a non sembra svolgere un ruolo nel modo in cui inizia la malattia, ma, quando il pH e' ridotto, svolge un ruolo nell'arrestarne la progressione". Questo, sintetizza il co-autore dello studio John Wemmie, "e' il primo studio a dimostrare che l'attivazione di ASIC1a puo' avere uno effetto inibitorio sull'epilessia". Una buona notizia, perche' ora si puo' ragionare sulla ricerca di farmaci che attivino ASIC1a per attivare e disattivare le convulsioni, anche se i ricercatori avvertono che "molto lavoro ci attende prima di confermare questa teoria". ______________________________________________ TAGLIARSI LE UNGHIE AIUTA A PREVENIRE L'INFARTO Tagliarsi le unghie aiuta a prevenire l'infarto. Nel senso che un'attenta analisi delle unghie tagliate permette di verificare la presenza di un quantitativo di nicotina tale da far supporre la presenza di un autentico rischio cardiaco. Secondo l'American Journal of Epidemiology, infatti, le unghie sono il miglior misuratore della presenza di nicotina nell'organismo umano, soprattutto in quello femminile. "La loro crescita e' di circa un centimetro l'anno", ha spiegato alla rivista Wael al-Delaimy dell'Universita' di California, "e quindi forniscono un quadro particolarmente preciso dell'esposizione dell'organismo al tabacco". Qualcosa in piu', quindi, della semplice ammissione del numero delle sigarette fumate ogni giorno: anche il fumo passivo rientra nel conteggio, e la quantita' di fumo effettivamente aspirato ad ogni boccata. Secondo il suo studio, condotto su ben 62.500 donne, il livello di nicotina presente nelle unghie dei soggetti affetti da malattie cardiovascolari e' doppio rispetto ai soggetti sani. _______________________________________________ TELETHON: AL NEGRI DI MILANO IL PUNTO SULLA SLA Milano - I progressi piu' recenti degli studi condotti da Telethon sulla sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono stati illustrati oggi in un incontro presso l'Istituto Mario Negri di Milano, nell'ambito dell'iniziativa che ha visto la Fondazione Telethon aprire i suoi laboratori al pubblico. A parlare del progresso negli studi sulla sclerosi laterale amiotrofica, malattia degenerativa rara caratterizzata da una perdita graduale di neuroni motori, Caterina Bendotti, Valentina Bonetto, Massimo Tortarolo e Pietro Veglianese, ricercatori dell'Istituto Mario Negri che, grazie ad un finanziamento avuto da un bando Telethon, lavorano ad un progetto di ricerca su questa grave patologia genetica. "La nostra ricerca sulla SLA ha due obiettivi fondamentali - ha affermato Caterina Bendotti, Capo del Laboratorio di Neurobiologia Molecolare dell'Istituto Mario Negri - Uno e' quello di capire i meccanismi che fanno degenerare specificamente i motoneuroni per poter identificare i bersagli giusti per una terapia efficace e l'altro e' quello di poter individuare i marcatori biologici specifici che permettano di fare una diagnosi precoce della malattia e di capire come si evolvera". "La ricerca contro le malattie rare, come la SLA, deve rappresentare una priorita' per l'importanza che riveste per meglio capire anche le malattie neurodegenerative piu' comuni - ha affermato Silvio Garattini, Direttore dell'Istituto Mario Negri intervenuto alla giornata. Sono anche intervenuti Mario Melazzini, presidente dell'AISLA (Associazione Sclerosi Laterale Amiotrofica) e Lucia Monaco, Responsabile Ufficio Scientifico Comitato Telethon Fondazione Onlus. "Vicini alla ricerca - ha sostenuto Lucia Monaco - rappresenta per la nostra organizzazione un ulteriore passo per avvicinare il grande pubblico ai temi della ricerca scientifica. A questo si aggiunge poi la volonta' di rafforzare la squadra Telethon, fatta di ricercatori, partner di raccolta e associazioni di malati che, con il loro sostegno, ci permettono di vedere la cura come obiettivo sempre piu' vicino". ______________________________________________ MILANO: 14 ORDINI ARRESTO PER 5 OMICIDI E 90 LESIONI Milano, 9 giu. - Sono complessivamente 14 le ordinanze d'arresto nell'ambito dell'inchiesta su presunte truffe alla Sistema sanitario nazionale che coinvolge la clinica Santa Rita di Milano: 2 in carcere. Agli indagati vengono contesti 90 espisodi di lesioni gravi e gravissime e 5 di omicidi volontari per interventi operatori inutili e dannosi nei confronti di pazienti che non sarebbero stati messi al corrente dei rischi che correvano. Lo scopo, quello di ottenere rimborsi dal Servizio Sanitario, non dovuti, secondo l'inchiesta, per circa 2 milioni. |