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    GALERA PER ALTRI VIGILI MALAVITOSI - LA LISTA DEI LADRI SI ALLUNGA. Stampa E-mail
    Scritto da Enzo   
    giovedì 15 dicembre 2011

     

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    www.robedamatti.net        Cesena,  - AGGIORNAMENTO CONTINUO – 

    Vigili urbani malavitosi:

    La lista dei ladri si allunga.

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    Ecco un altro comandante dei vigili urbani smanioso di accumulare ricchezze chiedendo e incassando mazzette.

    Ora, però, anche per lui è finita. Indipendentemente se andrà o no in galera, il sindaco Alemanno, quello della polenta e vaccinara, desinata con il suo amico e alleato, il razzista-secessionista Umberto Bossi, ha deciso di cacciarlo. Meglio tardi che mai. Vergogna! Avanti il prossimo mariolo.

     

    Arrestati per la seconda volta il comandante e due vigili del comune di Matera. 

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    La mania di grandezza e la prepotenza del colonnello Franco Pepe, comandante della P.M. di Matera, sono stati domati, quando gli agenti del comando provinciale della guardia di finanza lo hanno svegliato e arrestato per concussione ed abuso d’ufficio continuato. Il comandante “spaccone”, già Cadetto dell’Accademia Militare di Modena, era convinto d’essere onnipotente e di poter dominare il pianeta terra e tutti suoi abitanti. Oltre ai problemi con la giustizia appena accennati, il comandante, col suo ripugnante carattere, si è creato un oceano di nemici. A minacciato i suoi vigili per i pessimi risultati e l'esigo numero di multe contestate, più di una volta ha litigato col suo ex sindaco Nicola Buccico, si è reso antipatico e si è fatto odiare dall’intera città di Matera, dopo essere stato sospeso dall’incarico per le sue malefatte, ha avuto la faccia tosta di chiedere un risarcimento danni al comune di Matera.        

                                                                                       Enzo Cusmà

     

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    Carcere per il comandante dei vigili urbani di Parma Giovanni Maria Jacobazzi. 

    Episodi di corruzione, falso in atto pubblico e malefatte d’ogni genere, sono le accuse che hanno portato in prigione il comandante della P.M. di Parma. 

    Jacobazzi, come la maggioranza dei suoi simili, quando indossa la gloriosa divisa del Corpo dei vigili urbani onesti, si sente autorizzato, e purtroppo le Leggi in vigore gliene danno ampia facoltà, di costruirsi un proprio mondo che gli consente di vivere da leone, di infierire sulla povera gente e, quando si presenta l’occasione, di riscuotere tangenti a destra e a manca.
    Dalle casse contenenti il denaro dei contribuenti, sono stati prelevati 500.000,00 euro che dovevano servire per il verde pubblico e altre opere minori, ma qualcosa non fa tornare i conti. Infatti, oltre ad una “spesona” di 180.000,00 € per la piantagione delle rose sul Lungoparma, e di 40.000,00 € mai spesi per lavori di un canile, ci si chiede dov’è andato a finire il denaro pubblico mancante? Presto detto. Una buona parte è stato speso per sistemare il giardino adiacente la villa che Giovanni Maria Jacobazzi possiede a Santa Marinella e il resto probabilmente non lo sapremo mai. 

                                                                                             Enzo Cusmà

     

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    Per chiudere un occhio pretendevano anche rapporti sessuali, ma la donna li ha denunciati.

    Giugliano (NA) arrestati 23 vigili urbani.

    Con l'accusa di corruzione, falso in atto pubblico, concussione e associazione per delinquere sono stati arrestati 23 vigili della locale P.M. Gli agenti del commissariato hanno eseguito altre 14 ordinanze di custodia cautelare che riguardano alcuni funzionari tecnici comunali e una decina d’imprenditori edili che avrebbero beneficiato della "remunerata cecità" dei vigili urbani su costruzioni abusive e quanto altro.

                                                                                             Enzo Cusmà

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    WWW.ROBEDAMATTI.NET     Cesena, - AGGIORNAMENTO CONTINUO –

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    Preso un altro terrorista del verbale selvaggio. E’ un comandante dei vigili urbani e si chiama Francesco Delvino. Leggete che bel curriculum che vanta.

    Emergono ulteriori dettagli nell'inchiesta che ha portato all'arresto dell'ex Comandante della Polizia Municipale del Comune di Benevento, attualmente in servizio con la stessa carica a Frosinone, Francesco Delvino e di altre sei persone (tre in carcere e quattro ai domiciliari). Secondo il comunicato stampa dei Carabinieri di Forsinone, inviato alla redazione del quaderno.it, l'indagine denominata "Occhio vigile" ha coinvolto 16 persone con, appunto, sette ordinanze per associazione a delinquere finalizzata alla "turbata libertà degli incanti, corruzione, falsità ideologica commessa in atti pubblici". L'operazione dei Carabinieri frusinati è scattata stamane in Lazio, Lombardia, Puglia, Campania e Veneto: tra gli arrestati appunto, Francesco Delvino e Bruno Di Palma, rispettivamente Comandanti delle Polizie Muncipali di comuni di Frosinone ed Isola Liri (Fr), Paolo Lacava consigliere comunale con delega al settore della sicurezza urbana del comune di Frosinone, Achille Francesco Benedetti titolare di una ditta di consulenza per la sicurezza urbana. Sono inoltre stati tratte in arresto anche tre persone: Giuseppe Federici, Marco Ilarietti e Vincenza Sanità.
    Dalle indagini dei Carabinieri è emerso che Delvino aveva nominato Benedetti consulente del comune frusinate e del Comune di Isola Liri (nomina decisa da Delvino e Lacava), promuovendo "un'associazione per delinquere finalizzata alla commissione di più delitti contro la pubblica amministrazione e, in particolare, con riguardo all’attività di preparazione e gestione delle procedure di gare afferenti la fornitura, installazione e gestione di sistemi per la sicurezza urbana e per la disciplina del traffico urbano (sistemi di videosorveglianza, photored, zone a traffico limitato ed aree pedonali), nonché dei servizi di gestione e riscossione delle contravvenzioni".
    Contestualmente i finanzieri del Nucleo Polizia Tributaria del Comando Provinciale di Frosinone, a seguito di accertamenti bancari e patrimoniali delegati, hanno proceduto ad eseguire il sequestro preventivo finalizzato alla successiva confisca di beni mobili e immobili, oltre a numerosi rapporti bancari e polizze assicurative, per un valore complessivo pari a circa 500 mila euro, rinvenuti nella disponibilità di 47 soggetti fisici e società e sottoponibili a confisca quale valore equivalente al prezzo o profitto del reato. Nell'ambito dell'inchiesta Delvino ha subito il sequestro di un computer oltre ad un appartamento acquistato in comproprietà con l'ex moglie a Limatola (Benevento), nonchè l'autovettura Citroen C6 acquistata nel 2007. Eseguite inoltre numerose perquisizioni nei comuni interessati dall'inchiesta.

    Aggiornamento: Operazione 'Occhio vigile', perquisizioni anche nel Sannio
    L’indagine denominata ‘Occhio vigile’, che ha portato in carcere l'ex comandante della Polizia municipale di Benevento, Francesco Delvino, vede impiegati circa 200 carabinieri del comando provinciale di Frosinone e dei Comandi territorialmente interessati, oltre a 50 appartenenti alla guardia di finanza. Sono ancora in atto decine di perquisizioni e sequestri in abitazioni e uffici di persone e società coinvolte. Operazioni anche nel Sannio, a Limatola e nei comuni di Frosinone, Bitonto (Ba), Caserta, Desenzano del Garda  (Bs), Peschiera del Garda (Bs), Verona, Grone (Bg), Sarnico (Bg), Corte Franca (Bs), San Zeno Naviglio (Bs), Calcinato (Bs), Azzano San Paolo (Bg), Roma, Isola del Liri (Fr), Veroli (Fr), Castel San Giorgio (Sa), Manduria (Ta), Castiglione delle Stiviere (Mn), Provaglio d'Iseo (Bs), Terracina (Lt).

    Appalti truccati, arrestato a Frosinone Francesco Delvino
    Pilotavano appalti pubblici per sistemi di sicurezza urbana (videosorveglianza, Ztl) in cambio di denaro e regali: 16 le persone coinvolte in un'indagine dei carabinieri di Frosinone che stamani ha portato ad arresti e perquisizioni in varie regioni italiane. Nell'operazione, secondo quanto riportano le agenzie di stampa, sono finiti in manette il comandante della polizia municipale di Frosinone, Francesco Delvino e quello dei vigili urbani di Isola Liri. I due sono accusati a vario titolo di associazione a delinquere. Sequestrati beni per 500 mila euro. Francesco Delvino è stato anche comandante dei Vigili Urbani di Benevento, dall'aprile 2007 al marzo 2009, durante la prima giunta Pepe. In molti ricorderanno la lunga ed infervorata polemica sull’installazione in città di 14 photored, gli strumenti fissi di rilevazione di infrazione al Codice della Strada nei pressi dei semafori. Nonostante lo stop al bando dell'ex assessore comunale Giuseppe De Lorenzo e dall'ex segretario generale Antonio Orlacchio, Delvino dichiarò che la procedura aveva tutte le caratteristiche di regolarità, bocciando le richieste di revisione formulate dalla giunta comunale. Successivamente, ma solo dopo molti mesi, Delvino fece dietrofront e così il dirigente comunale al ramo poté revocare la determina per l’acquisto delle telecamere che dovevano essere collocate in prossimità dei semafori. Ma la questione non finì lì. Delvino, infatti, si dimise dall’incarico proprio dopo un lungo braccio di ferro con l’ex assessore comunale alla Mobilità sul caso ‘photored’. Le ultime notizie di Francesco Delvino, giunsero a Benevento a fine maggio dello scorso anno. Il comandante, all’epoca in servizio a Massa, fece pervenire al Comune un’istanza con cui poneva l’Ente di fronte a un bivio: reintegro in servizio o apertura di un contenzioso presso il Giudice del Lavoro per il riconoscimento del ‘mobbing’ subito nei due anni trascorsi a Benevento. Delvino ipotizzò anche un maxi risarcimento da 500mila euro. Questa mattina gli arresti. L’operazione è stata condotta tra Lazio e Lombardia dai Carabinieri del Reparto Operativo - Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Frosinone e vede coinvolte 16 persone. I due arrestati a quanto si apprende riuscivano a far assegnare gli appalti pubblici a società di comodo, ricevendo in cambio denaro e “regali”, attraverso la preparazione e la gestione delle procedure di gare afferenti la fornitura, installazione e gestione di sistemi per la sicurezza urbana e per la disciplina del traffico urbano (sistemi di videosorveglianza, photored, ZTL e aree pedonali), nonché dei servizi di gestione e riscossione delle contravvenzioni. Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Frosinone e i Carabinieri, a seguito di accertamenti bancari e patrimoniali, stanno sequestrando beni degli indagati per un valore complessivo pari a circa 500 mila euro.
    Laura De Figlio

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    Mazzette ai vigili per ristrutturazioni in centro

    I lavori per trasformare un magazzino in un ufficio diventano un incubo. Indaga la Procura. Imprenditore trasteverino chiede aiuto a Giuliani e ad Alemanno: 40mila euro per una Dia.

    Vigili urbani e mazzette per ristrutturare locali. È il succo dell'inchiesta coordinata dal pubblico ministero Antonio Calaresu su cui stanno lavorando gli ufficiali di polizia giudiziaria del Gruppo Centro storico della Municipale. Le indagini sono partite in autunno in seguito all'esposto di S.B., un noto imprenditore, inviato a giugno al comandante del Corpo Angelo Giuliani e per conoscenza al sindaco Gianni Alemanno. Racconta la storia di un magazzino da trasformare in ufficio, di un geometra, di tre vigili urbani, di un residente ignaro di tutto, di una segretaria, di un imprenditore da spolpare e di una Dichiarazione di inizio attività (Dia) lievitata dai canonici 1.500/2.000 euro fino a 40.000. Il tutto in salsa trasteverina. La storia ha inizio alla fine del 2009, nel cuore del quartiere. Per trasformare un magazzino in un ufficio serve una nuova destinazione d'uso e una Dia in variante. L'imprenditore P.B., fratello di S.B., si rivolge a un funzionario dei vigili che conosce da tempo, da anni in forze all'ufficio commercio ed edilizia del I Gruppo, uno prodigo di buoni consigli, primo tra tutti quello di affidarsi a un geometra di sua conoscenza che sa come muoversi nei corridoi municipali. Il 24 dicembre dello stesso anno, giorno di Vigilia, viene firmata la Dia e partono i lavori sotto la supervisione del tecnico consigliato dal vigile urbano. Dureranno 6 mesi, durante i quali due agenti municipali dell'ispettorato edilizio del Primo Gruppo fanno visita al cantiere: tutto in regola. La ristrutturazione dei locali può andare avanti. A giugno del 2010 il magazzino è diventato un ufficio, ed è il momento di pagare il geometra: 8.000 euro + iva. Fin qui tutto ok. Il geometra, però, ne vuole altri 30.000, questa volta in contanti, per gli «amici»: la mazzetta. L'imprenditore crede sia meglio pagare, e sgancia 60 pezzi da 500 euro. Passa un anno. L'ufficio, arredato, si è trasformato nell'elegante sede di una società che si occupa di progettazione di interni per locali e ristoranti, con tanti dipendenti, tra cui un esercito di segretarie. Una di queste all'inizio di giugno del 2011 apre la porta a due agenti municipali, gli stessi che circa un anno prima avevano fatto un sopralluogo per verificare lo stato dell'arte. Si qualificano come agenti di polizia giudiziaria. Una presenza giustificata, a loro dire, da un esposto alla Procura della Repubblica per un abuso edilizio commesso a quell'indirizzo e presentato da un residente nella stessa via, l'utile ignaro di questa storia (di cui parleremo domani, ndr). Un abuso edilizio, proprio così. Una finestra a vetri non contemplata nella Dichiarazione di inizio attività e che invece, secondo l'imprenditore, il geometra non poteva non aver incluso nel progetto allegato alla Dia , perché era stata espressamente richiesta. Un abuso edilizio per cui i due agenti che hanno bussato alla porta a giugno, parlando con la segretaria, hanno ipotizzato il rischio di una denuncia penale. Un abuso edilizio costato a un imprenditore trasteverino 40.000 euro. Tanto è servito per chiedere al comandante Giuliani e al sindaco Alemanno di intervenire. Matteo Vincenzoni. 21/12/2011

     

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